Una vicenda che ha dell’incredibile riporta alla luce ancora una volta le leggerezze della diocesi Ambrosiana e le recidività del suo arcivescovo, Mario Delpini, promosso tale da papa Francesco dopo aver insabbiato il caso di don Mauro Galli, oggi nascosto nel seminario di Seveso e già condannato in primo grado e in appello dal tribunale italiano, che con molta probabilità vedrà confermata in Cassazione il prossimo 9 giugno la condanna definitiva.
Un caso che fece molto clamore soprattutto perché malgrado gli insabbiamenti noti in Vaticano, vide papa Francesco nominare Delpini comunque arcivescovo di Milano.
Ma Delpini ci ricasca, in sprezzo oltre che alla salute dei minori affidati alle sue parrocchie, anche alle direttive di papa Francesco.
Tutto accade a Milano dove poche settimane fa, a seguito della condanna in primo grado da parte del tribunale diocesano di uno dei due fratelli Lucchina, in questo caso Alberto, la Rete L’ABUSO che è titolare dei procedimenti avviati nei confronti dei due, pubblica la notizia della condanna di Alberto, riportando le dichiarazioni dello stesso tribunale diocesano che nel condannarlo a 5 anni sottolinea al nostro avvocato che il sacerdote che si era autosospeso, è recluso da un anno in un luogo isolato e quindi dovrà scontare solo più 4 anni dei 5 inflitti.
Pochi giorni dopo la pubblicazione della notizia, diverse segnalazioni dei parrocchiani giungono alla Rete L’ABUSO,qualcuno addirittura ci accusa di mentire sulla vicenda dicendo che don Alberto Lucchina non è affatto sospeso, fa il sacerdote nel quartiere Isola da un anno, insieme al fratello Maurizio.
Ma i poveri parrocchiani non sanno che anche il fratello di Alberto, Maurizio è stato denunciato per violenza sessuale, quest’altro però non a danno di minori, ma di una donna maggiorenne, con disabilità.
Naturalmente nella sede operativa della Rete L’ABUSO a Savona lo sesso Presidente Zanardi è incredulo alle segnalazioni che in poche ore diventano parecchie e non si spiega, soprattutto perché in un periodo dove la CEI che è alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente sta vantando l’efficienza degli sportelli diocesani, che qualcuno possa avere azzardato una simile idiozia e ordina al distaccamento operativo di Milano un’immediata verifica delle segnalazioni.
Passeranno meno di 24 ore per accertare che le segnalazioni sono più che fondate. Immediatamente la sede operativa di Savona informerà sollecitamente la Procura Penale e quella minorile di Milano, continuando a presidiare le due parrocchie e scoprendo un terzo parroco don Aurelio, in realtà il titolare delle due parrocchie dove i Lucchina sono nascosti dalla Diocesi.
E qui l’ultima delle drammatiche scoperte, lo scorso lunedì in una riunione con i parrocchiani si viene a conoscenza che i due fratelli sacerdoti stanno organizzando l’oratorio estivo, ad uno saranno assegnati i ragazzi delle medie, all’altro i più piccini.
Zanardi