Bolzano 26 Maggio 2022, il parroco 30enne altoatesino Timothy Meehan, macchiatosi di gravi abusi sessuali, anche psicologici su un minore, sospeso solo dopo 30 anni.
La famiglia del bambino aveva segnalato il caso alla Procura della Repubblica, senza però denunciare, la Chiesa nel frattempo :
prese solo provvedimenti parziali, nei confronti del pedofilo.
La spiegazione della Curia sarebbe, il cambio di sensibilità nei confronti degli abusi sessuali commessi da religiosi, una spiegazione che ci lascia basiti.
Il prete pedofilo risulta sospeso solo ora, e con la parola sospeso ci riferiamo al fatto che non sia in carcere come invece meriterebbe.
Il vescovo Ivo Muser ha incaricato il vicario generale Eugen Runggaldier di avviare, insieme al Servizio diocesano la nomina di un gruppo di esperti per esaminare i casi di abusi che riguardano sacerdoti ancora in servizio.
Del gruppo di esame faranno parte anche due Professionisti : l’Avvocato Patrizia Vergnano e lo psichiatra Giancarlo Giupponi.
Ciò fa chiaramente capire che con la riapertura dei dossier sugli abusi, certi provvedimenti nei confronti dei colpevoli, non sono mai stati attuati.
All’epoca in cui la Chiesa scoprì gli abusi del sacerdote pedofilo, avevano celato l’identità del prete, asserendo che ai tempi queste erano le norme.
A Roma addirittura, avevano giudicato adeguate le misure prese a suo tempo.
Ora la Diocesi rinnova l’nvito alle vittime di segnalare gli abusi, allo sportello del Centro di ascolto diocesano, anche se i crimini risalgono a molto tempo fa.
Certo è che una sospensione, per un pedofilo che ha agito indisturbato in questi 30 anni, prima che la Chiesa, si mettesse una mano sulla coscienza, non può bastare.
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