Per la prima volta ricostruita la mappa dei siti segreti in cui la Chiesa italiana nasconde i preti scomodi affinché espiino i loro “peccati” lontano da occhi e giornalisti indiscreti. Strutture in cui vengono assistiti e curati quelli che il Vaticano definisce sacerdoti in difficoltà: pedofili, efebofili, ludopatici, alcolisti, in crisi vocazionale, affetti da sindromi varie (burn out, depressione etc). Un’inchiesta unica nel suo genere che interseca anche il mondo dell’esorcismo. È difatti l’Italia il Paese con più esorcisti al mondo. Come mai? Lo scoprirete leggendo GIUSTIZIA DIVINA.
«In parrocchia arrivò un sacerdote che, a mio parere, aveva un problema serio con i bambini. Mi sembrava di aver fatto una cosa giusta denunciandolo, ma sono stato percepito come un disturbatore» [Dalla testimonianza di un ex prete].
«…Ed è stato grazie alla nostra inchiesta sul caso di Giada Vitale che l’avvocato Caligiuri e la Rete L’abuso hanno iniziato a raccogliere gli elementi per presentare un esposto contro il governo italiano reo di aver violato la convenzione di Lanzarote sui diritti dei minori e la convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza». [Dall’introduzione di Giustizia divina; il libro è stato allegato alle denunce come fonte di possibili notizie di reato]
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Questo libro rompe un altro muro di silenzio sui privilegi del Vaticano. Che fine fanno i sacerdoti denunciati per abusi, truffe o altri reati? Pochissimi finiscono in carcere. Per la legge vaticana sono prima di tutto dei peccatori, come tali devono espiare secondo i canoni della giustizia divina. C’è una giustizia parallela che opera attraverso l’aspersorio, la preghiera, l’espiazione, perfino l’esorcismo. L’ex numeraria dell’Opus Dei Emanuela Provera e il giornalista Federico Tulli hanno attraversato l’Italia visitando e raccontando i cosiddetti centri di cura per sacerdoti e suore “in difficoltà”. Come funzionano? Chi li finanzia? Da nord a sud, operano nella più assoluta discrezione e riservatezza. Ospitano sacerdoti e suore con le storie più diverse, alcuni dei quali sottratti alla giustizia. Di loro si occupa la Chiesa, come una “madre amorevole”. La violenza sui minori non è l’unico reato commesso da ecclesiastici. C’è la suora stalker, il sacerdote omicida, quello che scappa dopo aver provocato un incidente, il ladro che ruba i soldi delle offerte, storie di truffe, bancarotte, appropriazioni indebite. C’è l’omosessualità, che per la Chiesa resta un peccato da espiare lontano da occhi indiscreti. C’è il prete affetto da ludopatia e quello ossessionato dai siti porno. Una minoranza, certo. Ma molto numerosa. Tutta colpa del diavolo, dice la Chiesa, come documenta l’ultima parte di questa inchiesta, dedicata alle scuole di esorcismo in Italia e alle cerimonie di liberazione dal “maligno” a cui gli autori hanno partecipato di persona.
«La “posseduta” è una donna e madre di famiglia. È seduta alla sinistra dell’altare, indossa una felpa, un paio di jeans, scarpe da ginnastica; ha i capelli corti e un viso serio e cupo. La pelle olivastra, gli occhi marrone scuro. Due uomini e una donna le stanno vicino, le pongono un plaid sulle gambe perché la chiesa è piuttosto fredda e umida; la testa della “posseduta” è appoggiata al muro, dietro le mettono un cuscino nero. L’esorcista è inginocchiato, rivolto verso i fedeli, con gli occhi chiusi». Ci siamo anche noi, abbiamo avuto il permesso di assistere. E nel nostro libro in presa diretta raccontiamo cosa (non) accade durante un esorcismo. E anche come e dove si formano i nuovi “cacciatori del demonio”. Lo sapevate che ogni anno a Roma presso l’università dei Legionari di Cristo si svolge un master per esorcisti? Siamo stati anche lì.
Attraverso gli esorcisti da tempo la Chiesa cattolica ha lanciato la sua personale battaglia contro le sette, le pratiche esoteriche, magiche o sataniche. Non che in Italia siano particolarmente diffuse ma un esorcista in ogni diocesi era un progetto di Benedetto XVI e in Italia è stato ormai quasi del tutto realizzato. A Milano, per dire, nel 2012 il cardinale Angelo Scola ha nominato dodici nuovi sacerdoti, e c’è anche un call center per consentire alle persone di mettersi in contatto con loro. La «guerra contro il demonio», che nell’ultimo mezzo secolo ha avuto Paolo VI e Giovanni Paolo II come esponenti di spicco, ha trovato nuovo vigore con papa Francesco. Monsignor Larry Hogan, vicepresidente dell’Aie, ha fatto notare come il pontefice argentino abbia «citato il diavolo quattro volte nei primi dieci giorni del suo pontificato». E da allora non si è più fermato, fino ad arrivare a una netta presa di posizione quando il 20 settembre 2016 ad Assisi, davanti a oltre cinquecento leader religiosi e politici di tutto il mondo, ha affermato: «Non esiste un dio della guerra: è il diavolo che vuole uccidere tutti». Oltre ad essere, sempre secondo la Chiesa, il responsabile della pedofilia, degli scandali finanziari, etc etc etc…
GLI AUTORI
Emanuela Provera, cattolica, vive e lavora come libera professionista a Milano. Nel 2006 ha collaborato al libro «Opus Dei segreta» (Ferruccio Pinotti, BUR-Rizzoli) offrendo la sua testimonianza personale come ex numeraria dell’Opus Dei, istituzione di cui ha fatto parte dal 1986 al 2000. Ha scritto «Dentro l’Opus Dei» (Chiarelettere 2009).
Federico Tulli è redattore del settimanale Left. Già condirettore di “Cronache laiche”, collabora con “MicroMega”, per cui firma anche un blog, “Critica liberale”, e “Globalist”. Con L’Asino d’oro edizioni ha pubblicato i libri: «Chiesa e pedofilia. Non lasciate che i pargoli vadano a loro» (2010), «Chiesa e pedofilia, il caso italiano» (2014) e «Figli rubati. L’Italia, la Chiesa e i desaparecidos» (2015).