E siamo al terzo giorno di sciopero della fame per Diego Esposito, Giuseppe Scognamiglio e le altre due vittime. Ricordiamo che questo sciopero terminerà il giorno in cui Diego avrà la data dell’incontro con il Santo Padre.
Ma l’attesa non è inoperosa.
Le “Mamme della Rete” hanno pensato che fosse importante per Diego, così come per tutte le vittime, sentire di non essere solo, non solo all’interno dell’Associazione ReteL’ABUSO, ma anche nel web. Su Facebook e messenger sono tanti i messaggi di solidarietà: ma quanti sarebbero stati disposti a “metterci la faccia?”
Diego Esposito ogni giorno condivide qualcosa della sua storia, aggiorna gli amici sulla sua bacheca taggando anche amici per lui significativi, riceve commenti di ogni tipo, che lo comprendono e che lo criticano, commenti di solidarietà e commenti polemici perché, per esempio, lui si rivolge ancora al Papa chiamandolo Santo Padre. Eppure Diego è lì, presente ogni giorno. Ogni giorno esprime il suo grido al tempo stesso disperato e colmo di speranza.
È questo il vissuto di una vittima. Il desiderio di giustizia è un grido profondo, è un qualcosa che non si può soffocare e, chi è vicino a Diego, coglie questo grido e lo rilancia!
Le condivisioni su varie pagine e bacheche non bastano più: Diego sta veramente facendo lo sciopero della fame, siamo al terzo giorno… vi sarà un segnale positivo dal Vaticano? Papa Francesco lo accoglierà? Sarà disponibile ad un dialogo con lui? E dopo averlo ascoltato, prenderà provvedimenti seri? Queste e tante altre domande sono quelle che ci poniamo, che si pone chi ha a cuore la vicenda di Diego, che è poi simile a quella di tutte le vittime dei preti pedofili (vittima non creduta, sacerdote ancora con i bambini, vescovo che lo copre e insabbia il caso…)
Dunque: #iostocondiego è quanto abbiamo lanciato sul web! E in meno di mezza giornata siamo stati letteralmente invasi da foto di amici, amici degli amici, perfetti “sconosciuti” che ci chiedevano di aggiungerli… ognuno con la propria faccia, con la propria immagine del profilo… “Come si fa a mettere la scritta sulla foto?” “Se ti mando la foto me lo fai tu?” “Anch’io voglio partecipare”…. Decine e decine di richieste, difficile stargli dietro… Foto ovunque…
Diego è commosso, profondamente commosso. Sentirlo al telefono fa comprendere l’importanza di non lasciare mai sola una vittima. La ReteL’ABUSO è uno strumento preziosissimo e davvero si occupa delle vittime.
Aggiungiamo qui l’album di chi ha finora aderito a questa campagna di solidarietà … #iostocondiego perché voglio gridare al mondo che ogni bambino ha il diritto di non avere paura di un adulto.
Una mamma ha scritto:
“Loro stanno con Diego perché devono poter frequentare tranquillamente la scuola, la chiesa, il doposcuola, la palestra, lo spogliatoio, il parco giochi, la casa del vicino e ogni angolo del mondo intero.”
Le “Mamme della Rete”[rl_gallery id="80740"]
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