A pochi giorni dallo scandalo di Carlo Chiarenza, condannato in primo grado dal tribunale ecclesiastico per gli abusi su Teodoro Pulvirenti e sorpreso a celebrare la messa con l’autorizzazione del Vescovo Antonino Raspanti, adesso è il turno di don Vincenzo Calà Improtta, il quale non si è limitato a celebrare la messa, ma ha concelebrato addirittura l’ordinazione di un sacerdote, don Roberto Maio.
In data 12/10/15 nella Basilica di santa Maria Assunta in Randazzo, di cui Vincenzo Calà Improtta è l’ex parroco, si è celebrata l’ordinazione di don Roberto Maio. In quella occasione erano presenti parecchi sacerdoti della diocesi e tutto il clero cittadino, tra cui don Vincenzo Calà Impirotta, condannato in primo grado con rito abbreviato per pedofilia dal Tribunale di Catania il 01/07/14, in attesa di appello, e sul cui conto è in corso il processo canonico per gli stessi fatti.
Dopo la sentenza, il vescovo Antonio Raspanti ha prudentemente provveduto a rimuoverlo dal suo incarico di parroco, ma ciò non gli ha impedito di concelebrare l’ordinazione, anzi la sua presenza è stata salutata con entusiasmo da tutti i parrocchiani, che ovviamente non credono ai fatti denunciati e pensano a un accanimento contro il “povero” prete.
Ora, è vero che formalmente non è ancora stato ridotto allo stato laicale, ma è pur vero che c’è comunque una sentenza penale seppure di primo grado, ed anzi solo grazie a quella il Vescovo ha deciso di avviare il processo canonico.
Certo che a questo punto viene da chiedersi quanto siano fondati i “buoni propositi” di papa Francesco, o quanto siano inaffidabili ed irrispettosi i suoi ministri. Sta di fatto che povero don Roberto Maio, essere ordinato da un sacerdote concelebrante condannato per pedofilia, non è di certo per lui un buon inizio.
Francesca Lagatta
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