Una frase campeggia sulla pagina Facebook di Dino Marafioti, il suo penultimo post il giorno prima che venisse ritrovato, da amici e compagni radicali, il suo corpo esanime accanto a una bottiglia di alcool e alcune pasticche. E’ molto indicativa: “Oggi finalmente ho capito che siamo tutti diversi. C’è chi ha la bellezza, chi il talento, chi ha il denaro, e poi ci sono io, che ho l’ansia.”
Quale era l’ansia del giornalista trovato morto? Il post precedente è il link al video musicale di Simon & Garfunkel “The sound of silence” presentato da poche battute “No way out”: nessuna via di uscita.
Ed il “suono del silenzio” era un suo refrain abituale in questi ultimi tempi, quasi come se stesse attendendo una rottura del muro di silenzio in cui giacciono fatti che non ci è dato conoscere.
Come se Dino attendesse da tempo una risposta.
Cosa stava accadendo a Dino Marafioti? Il giornalista, 53 anni di cui 22 passati in Radio Radicale, aveva pubblicato da circa un mese un servizio dedicato al trentennale della scomparsa di Emanuela Orlandi dal titolo: “Caso Orlandi: pensieri, parole, opere e omissioni.” Era il suo primo servizio video, della durata di un’ora, che raccoglie in modo critico e analitico i fatti e le informazioni sul caso della ragazza scomparsa che vede pesantemente coinvolto lo Stato Vaticano.
Ne era particolarmente fiero e auspicava una sua diffusione anche attraverso altri canali, comprese le televisioni.
Era certamente sotto stress, anche per una dieta severa che gli aveva fatto perdere dodici chili in dieci settimane.
Ma non accennava a nessun motivo di depressione.
Certo sibillina la frase di Massimo Bordin, il giornalista già direttore di Radio Radicale e a cui spesso Dino Marafioti curava la famosa rassegna stampa del mattino “Stampa e Regime“, che ha detto “Temo che sulla morte di Dino sia necessaria una riflessione seria, bisognerà riflettere su questa morte”.
Una coppia notevole e ben nota sia agli ascoltatori abituali di Radio Radicale che ai giornalisti e politici che ritengono irrinunciabile l’ascolto di “Stampa e Regime”.
Qualche giorno fa aveva raccontato che era ferma da tempo una donna in una station wagon sotto casa sua che pettinava insistentemente una bambola: la cosa fu presa a scherzo dagli amici ma ora assume anche una luce seriamente inquietante.
Un messaggio sulle attenzioni al caso Orlandi?
Speriamo come sempre che si faccia luce sui misteri italiani, limitandoci oggi ad una punta di tristezza in più per la perdita di un ottimo giornalista che ha insegnato molto nelle sue dirette e nella sua capacità di stare sul campo.
I funerali di Dino Marafioti si terranno giovedì alle 10nella parrocchia Gesù Divino Lavoratore, in via Oderisi da Gubbio 16, Roma.
https://it.blastingnews.com/cronaca/2013/08/perche-e-morto-dino-marafioti-giornalista-di-radio-radicale-che-indagava-su-emanuela-orlandi-0026673.html
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