“Il dossier di cui parla Pietro Orlandi esiste. Lo abbiamo trovato, ma il contenuto è riservato“. Queste le parole del promotore di giustizia del Vaticano Alessandro Diddi, a proposito del dossier su Emanuela Orlandi, quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno 1983, che sarebbe stato commissionato da padre Georg Gänswein al capo della gendarmeria vaticana.
Un dossier che, a quanto pare, sarebbe stato visto da Paolo Gabriele, ex maggiordomo di Benedetto XVI. Pietro Orlandi, che da tempo parla di questo dossier conservato in Vaticano, ha così commentato le dichiarazioni di Dissi: “Facciamo finta di credere che l’abbiano trovato ora e che non stava già in Segreteria di Stato dal 2012 ma va bene, l’importante è che ora hanno ammesso di averlo anche se dicono che “il contenuto è riservato”.
E naturalmente speriamo non modificato”. All’ammissione di Alessandro Diddi è seguita anche la risposta di Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela: “Pur rispettando il segreto istruttorio, va evidenziato che gli Orlandi hanno fatto richiesta di prendere visione ed estrarre copia di questo fascicolo sin dal 2017, mentre l’inchiesta vaticana è stata aperta solo nel gennaio del 2023, ben sei anni dopo. Perciò, è lecito chiedersi: chi ha custodito questo fascicolo fino ad ora, visto che in più occasioni è stato riferito pubblicamente dalle autorità vaticane che non esisteva alcun fascicolo e che quello di Emanuela Orlandi era “un caso chiuso“? “.
E ancora: “L’ammissione da parte del Promotore di Giustizia dell’esistenza di un fascicolo in Vaticano su Emanuela Orlandi è un passo avanti importante verso la verità. È un fatto certo, infatti, a questo punto, che il Vaticano abbia compiuto delle attività aventi ad oggetto il rapimento di Emanuela Orlandi che non ha mai condiviso né con la famiglia Orlandi né con la Procura di Roma.
Gli Orlandi confidano che vengano finalmente date delle risposte chiarificatrici, considerate le innumerevoli istanze da loro formulate alle autorità vaticane e si augura sia giunto davvero il momento di fare chiarezza. Allo stesso modo gli Orlandi si augurano che la Procura di Roma nonché la Commissione Parlamentare d’inchiesta si attivino quanto prima per chiedere l’acquisizione di questo fascicolo”. Potrà questo essere davvero un punto di svolta?
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