Santità,
Le scrivo queste righe non perché credo che arriveranno a Lei, ma per me, per sfogare la delusione e sofferenza che ho provato con le Sue parole durante l’omelia in Belgio e nell’intervista del volo di rientro a Roma nell’ultimo mese di settembre.
Per far sì che lei capisca quello che scriverò devo presentarmi, altrimenti non capirà perché scrivo queste parole: sono un sopravvissuto di abuso sessuale, sono rifugiato a Roma, posto che ho scelto per la vicinanza al Papa, luogo che ho scelto per cercare di ricominciare una vita fatta a pezzi da altri, ma comunque pezzi nelle Mani di Dio.
Nel Vangelo di quella domenica Gesù ci diceva che chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, (Mc 9,42).
E in quella occasione, Lei ha detto di “condannare gli abusatori e aiutarli a guarire da questa malattia dell’abuso”, parole che mi sono sembrate un po’ fuori luogo, visto che gli abusatori sono stati chiamati malati e invece sono criminali: anche se malati, sono sempre criminali.
E lei, senza saperlo e senza rendersi conto, ha scandalizzato me, il piccolo me che è stato usato e abusato da criminali, a cui lei si riferisce come malati. Malato sono io, che a causa delle disgrazie subite, ho la fibromialgia, una malattia senza cura, e sento dolori dalla mattina alla sera. Diagnosi di disturbo post traumatico da stress, ansia, depressione e dissociazione, attestati da medici. Un pedofilo, anche se malato, è sempre un criminale e punto.
E poi, durante l’abituale intervista che lei concede ai giornalisti nel volo, ho letto parole così scandalose e che mi hanno fatto tanto male, portandomi addirittura ad avere un attacco di panico e stare male fisicamente per praticamente una settimana. Lei ha detto che preti pedofili, dopo il processo e la condanna, ricevono della Chiesa lavoro, lontani dai bambini, e hanno trattamento garantito.
Lei si rende conto cosa può significare per una vittima di abuso sessuale sapere che la Chiesa si occupa di trattare i pedofili, mentre le vittime, sono lasciate ai margini?
Lei, che per diverse volte ha ricevuto e ascoltato il dolore e la sofferenza di persone che hanno avuto la vita cambiata per sempre a causa dell’abuso sessuale, crede che sia giusto aiutare i pedofili e non le vittime, oppure aiutare entrambi? A me non sembra giusto aiutare nessun pedofilo mentre ci sia ancora una sola vittima di abuso sessuale che chiede e grida per aiuto, anzi, mi sembra surreale e scandaloso. Capisco che lei vuole annunciare la misericordia di Dio a tutti, ma la misericordia senza giustizia è la madre della dissoluzione, dice San Tommaso D’Aquino.
Io che vedo (o vedevo, ormai non so più) nel Papa, sia lei o i suoi predecessori o successori, una figura in cui appoggiarmi nella fede, ho sofferto troppo con le sue parole, a sapere che nella Chiesa ci sia posto per pedofili, posto e sostegno. Non dico che pedofili pentiti devono semplicemente essere esclusi della Chiesa, che è casa per tutti, però la giustizia dei loro atti deve essere fatta, lasciamo la misericordia a Dio, che conosce i cuori, e diamo misericordia alle vittime, non ai criminali.
Ho 36 anni e non sono ancora riuscito a superare l’orrore che ho vissuto per 11 anni della mia vita, attualmente vivo in una constante incertezza della vita, particolarmente per quanto riguarda un lavoro, e l’unica certezza che avevo era che potevo fidarmi della Chiesa, ormai anche questa certezza è crollata, e mi sento veramente solo in questa terra, da questo mi è scatenato l’attacco di panico che ho avuto, grazie alle sue parole. Lavoro sette giorni a settimana, a punto di diventare pazzo e/o ammalarmi, e ascolto che il Papa, la Chiesa, dà lavoro e trattamento psicologico ai pedofili, mentre io faccio fatica per arrivare a fine mese, mi sembra davvero surreale e ingiusto, si chieda che misericordia è questa.
Magari il Signore vuole purificare ancora di più la mia fede in Lui, facendomi deludermi anche del Papa e della Chiesa, ma è davvero doloroso. Per fortuna conosco “un’altra faccia” della Chiesa, e persone buone che ne fanno parte, altrimenti sarei diventato ateo, agnostico o chissà che cosa, come è successo a tante persone, ma il suo predecessore Benedetto XVI mi ha insegnato cos’è la Chiesa e chi è Gesù, quindi rimango cattolico, nonostante il male che lei mi ha fatto, senza saperlo.
Lettera firmata
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.