In questi giorni si legge ovunque la notizia della morte del cardinale Law e della partecipazione di Papa Francesco ai suoi funerali.
Praticamente ogni quotidiano ne dà notizia, ne ho letti parecchi … ogni testata dà la sua interpretazione, ma ovunque vi è un collegamento con Boston, con il fatto che il Card. Law è diventato famoso per aver coperto innumerevoli casi di pedofilia usando il CLASSICO METODO del TRASFERIMENTO del prete pedofilo in un’altra parrocchia (dove poter ancora abusare di altri bambini).
Qualche giornalista parla poi del suo trasferimento a Roma come arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore, delle sue dimissioni legate all’età avanzata … insomma ogni notizia legata al suo percorso.
Su “Il Giornale” del 20 dicembre viene anche riportato che “Presentate le dimissioni, aveva scritto una dichiarazione personale, diffusa dalla Sala stampa della Santa Sede – specifica il quotidiano del Vaticano – con la fervente preghiera che potessero aiutare l’arcidiocesi di Boston a fare esperienza di guarigione, riconciliazione e unità, di cui ha così disperatamente bisogno”.
Bene. Non è tutto questo che mi ha colpita. Sono notizie. Se non vi sono smentite le prendo per vere. Non ho elementi per dire diversamente.
Sono invece rimasta colpita, profondamente spiazzata, addolorata, confusa da quello che ho letto ovunque rispetto a ciò che avrebbe fatto Papa Francesco.
O meglio: ho cercato ovunque “QUELLA NOTIZIA, QUELLE PAROLE, QUEL GESTO”.
Ho sperato fino all’ultimo che Papa Francesco facesse il primo gesto concreto pensando davvero alle vittime dei preti pedofili, ovvero non partecipare a quel funerale, dichiarando apertamente che non intendeva partecipare pensando a ciascuna delle vittime del sistema di insabbiamento tutt’ora ampiamente presente nella gestione di questo problema, in tutto il mondo.
Boston è il simbolo del “coperchio tolto dalla pentola”: una grande pentola che è presente in tutto il mondo, in ogni Diocesi. Anche il cardinale Law è purtroppo un simbolo, un simbolo negativo, e malauguratamente sono in tanti ad imitarlo tutt’ora. Il suo “sistema” è tutt’ora seguito, nonostante le direttive e i proclami di “tolleranza zero”.
Non voglio rischiare di essere fraintesa: non mi permetto di giudicare il percorso fatto dal card. Law, non affermo in alcun modo che non aveva diritto ad un funerale dignitoso, auspico che abbia avuto il tempo di ragionare sui suoi errori e che si sia salvato l’anima … ma il fatto che IL PAPA ABBIA PARTECIPATO UFFICIALMENTE mi ha fatto male, mi ha provocato uno smarrimento profondo.
Non sono una vittima di un prete pedofilo, ma sono la mamma di un ragazzino che è stato abusato da un prete.
Conosco altri genitori di figli abusati, conosco altre vittime, ci si sente spesso … so cosa significa vivere ogni giorno a contatto con chi ha ora una sindrome da stress post-traumatico: è una “cosa che ti rimane appiccicata” per tutta la vita, devi imparare a convivere con questo malessere, ad affrontare la vita con una fatica enorme, ogni giornata è una incognita, a volte basta poco per riaccendere quel malessere legato al ricordo di quello che hai subito …
Il gesto del Papa mi ha profondamente ferita … non me lo aspettavo … è in totale contraddizione con quello che lui stesso continua ad affermare rispetto all’attenzione per le vittime. Quale attenzione? Quale sensibilità? Quale cura come pastore di anime?
Nemmeno una parola per le vittime … ma qui era necessario QUEL GESTO: dichiarare pubblicamente che non intendeva partecipare per rispetto alle vittime. Il funerale si faceva lo stesso. A distanza ho pregato anch’io per il card. Law: è immensa la Misericordia di Dio, ma è anche tremenda la Sua Giustizia.
Il Papa ha perso un’altra occasione per essere credibile in questo campo.
Da qui vorrei invece dare un abbraccio a ogni vittima che, come me, si è sentita profondamente ferita da questo evento. Grazie a ReteL’ABUSO che me lo permette.
Una mamma
(lettera firmata)