di Federico Tullli – Dal 2002 i seminari dove i futuri preti si formano al sacerdozio sono sotto stretta sorveglianza della Santa Sede, sull’onda degli scandali che colpirono la Diocesi di Boston in seguito al cosiddetto e ben noto caso “Spotlight”. Da tutte le più grandi inchieste indipendenti sulla diffusione della pedofilia nel clero è emerso che è in questi contesti “chiusi” che si verificano molte delle violenze compiute da sacerdoti o seminaristi adulti nei confronti di minori.
L’Italia non fa eccezione. Basti citare il caso di don Bertagna, reo confesso di 37 “abusi” di cui circa la metà compiuti quando era seminarista.
Per farsi un’idea ancora più precisa del contesto di cui stiamo parlando citiamo alcuni passaggi di un Rapporto della Commissione indipendente sulla pedofilia disposta dalla Conferenza episcopale americana. «Molti testimoni affermano che ai seminaristi è negato un normale sviluppo psicologico. Infatti alcuni, ordinati sui 25 anni, hanno la maturità emozionale di un adolescente. La mancanza di uno sviluppo psico-sessuale “normale” può aver impedito ad alcuni di raggiungere uno stato “celibatario” sano, e si può spiegare come alcuni abbiano ricercato la compagnia di adolescenti. La Commissione è colpita dal gran numero di coloro che lo affermano e ritiene che questo fenomeno sia una causa dell’incidenza degli abusi sessuali. Diverse diocesi Usa hanno chiuso i seminari minori».
Era il 2004 ma, come dicevamo, il problema è tuttora irrisolto anche da noi. Già perché sebbene sia la Santa Sede che l’Italia abbiano ratificato la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia del 1989 – aderendo quindi ai suoi articoli preliminari, laddove si vieta il “reclutamento” di minori fuori dall’ambiente familiare per consentire che si formino una personalità completa in ogni suo aspetto -, ancora oggi come documenta la Conferenza episcopale italiana (Cei) nel nostro Paese ci sono 73 seminari minori, vale a dire 50 in meno rispetto al 2007 ma ben 9 in più rispetto al 2010. In quell’anno il numero dei seminaristi minori, cioè di età compresa tra gli 11 e i 18 anni, «stando a dati ufficiali» della Cei era pari a 2.984. Cosa si aspetta a chiudere i seminari anche in Italia.
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