Mentre si attende l’esito della doppia indagine avviata dalla procura di Genova che per competenza territoriale aveva delegato a quella di Savona la parte di indagine relativa alle accuse avanzate da un assistito della Rete L’ABUSO, un uomo all’epoca dei fatti 12enne, per i presunti abusi sessuali che aveva subito da parte del frate Luca Maria Bucci appartenente all’ordine dei cappuccini, commessi nel 94 presso la chiesa Santa Maria Immacolata a Loano.
Dalle indagini espletate dal pubblico ministero savonese Giovanni Battista Ferro che dopo una prima valutazione aveva poi formalmente indagato il Bucci per le ipotesi di reato di violenza sessuale su minore continuata e aggravata (art. 81 c. II, 609 bis e ter c.p.). I fatti sarebbero avvenuti ma per quanto concerne la sola sede penale, risultano estinti in base alla prescrizione .
Ben differente lo scenario di quello che potrebbe accadere sul versante genovese, dove il nostro assistito diventa da vittima testimone oculare e dove lo stesso Luca Bucci in una conversazione telefonica registrata con il presidente di Rete L’ABUSO Francesco Zanardi, oggi agli atti delle due procure – Savona e Genova – non solo confessa l’esistenza di altre 2 denunce – 2013 e 2017 – glissando su una terza, che dalle indagini svolte dalla Rete L’ABUSO e confermate successivamente da altri collaboratori esterni, a differenza delle due che il Bucci tranquillamente ammette – in quanto a danno di persone maggiorenni – la terza sarebbe relativa a un presunto abuso su un minore, denunciato dalla madre all’autorità ecclesiastica.
E qui un altro riscontro importante raccolto durante le indagini dalla Rete L’ABUSO e che potrebbe vedere coinvolti anche l’ex arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, oltre ai vertici degli stessi frati cappuccini.
A tirare in ballo proprio le gerarchie ecclesiastiche, è di nuovo lo stesso Bucci, che nella conversazione registrata tra lui e Zanardi, lo rassicura dicendogli che è costantemente monitorato dai superiori, al corrente delle sue problematiche.
Questa affermazione, all’apparenza rassicurante, in realtà innesta una grossa mina in quanto, se quello che Bucci dichiara risultasse come sembra vero, le stesse gerarchie che lo hanno coperto limitandosi a controllarlo, sarebbero responsabili di omissione (comma 2 art. 40 c. p.) dei reati reiterati che lo stesso Bucci dichiara. Quelli del 2013 e del 2017, che a differenza di quelli subiti dal nostro assistito, non sono affatto prescritti.
Dall’atro frangente si coglie la prontezza del pubblico ministero savonese Giovanni Battista Ferro, che invia gli atti sulla base dell’articolo 2, par B del Protocollo addizionale dei Patti Lateranensi, attenzionando la Diocesi che al momento ha in carico Frate Bucci, dalla quale in quanto associazione di sopravvissuti agli abusi del clero, ci si aspetta rigore assoluto riguardo ai proclami di tolleranza zero di papa Francesco, anche se da quanto emerge dai verbali della Polizia, al momento i Cappuccini Liguri interrogati sull’esistenza di altre segnalazioni, non hanno risposto alla richiesta.
Francesco Zanardi
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