E’ la prima inchiesta sui luoghi protetti per i sacerdoti e le suore che imbarazzano la Chiesa. Il libro inchiesta ‘Giustizia Divina’, scritto da Federico Tulli assieme a Emenuela Provera rompe un altro muro di silenzio sul Vaticano.
Che fine fanno i sacerdoti denunciati per abusi sessuali, truffe o altri reati? Pochissimi finiscono in carcere. “Pochi sacerdoti vengono denunciati alla magistratura in quanto i vescovi italiani – dice Federico Tulli, ospite di AdnKronos TV – in base alle loro linee guida sulla pedofilia si sono imposti di non denunciare quello che sanno, le denunce che ricevono, alla magistratura laica italiana. Il vescovo, una volta ricevuta la denuncia, la passa ai tribunali ecclesiastici”.
Per la legge vaticana sono prima di tutto dei peccatori e come tali devono espiare secondo i canoni della giustizia divina. Ma quali sono questi canoni?. “Preghiera, espiazione e perfino l’esorcismo nei cosidetti centri di cura per sacerdoti e suore in difficoltà diffusi in tutta Italia”.
Ma perché l’esorcismo? “Perché – dice Tulli – molti sacerdoti si difendono attribuendo tutto al maligno, nel caso di un bambino per esempio è lo stesso sacerdote che afferma di essere stato istigato da un bambino posseduto”. “Durante le cerimonie di liberazione dal maligno che sono molto inquietanti, la sensazione – osserva Tulli che ha potuto assistere di persona assieme alla Provera a queste cerimonie – è di estrema violenza.
Violenza che subisce la persona esorcizzata. I segni che manifestano queste persone sono agitazione e sofferenza, una sofferenza – osserva – palpabile. Dall’altra parte c’è l’esorcista riconosciuto dalla Santa Sede. Gli esorcisti – conclude – in Italia sono molto pochi, vengono quasi tutti dall’Africa, dal Sub continente asiatico o dal sud America.
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