Rivelazione choc di don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, durante lo speciale Diario di papa Francesco su Tv 2000, l’emittente della Cei. Don Vinicio ha denunciato pubblicamente gli abusi subìti da ragazzo inseminario da parte di altri sacerdoti. «Erano da mandare al diavolo», ha aggiunto, «perché non erano degni. E tutto questo mi è rimasto dentro per 50 anni. Ma non ho avuto sensi di colpa e questo mi ha aiutato invece a guardare al sacerdozio con lo spirito aperto, solare, bello».
LE TESTIMONIANZE AL SUMMIT SULLA PEDOFILIA DEL VATICANO
La testimonianza del presidente di Capodarco è avvenuta a margine del summit sulla pedofilia che si tiene in Vaticano dal 21 al 24 febbraio, dove, all’Incontro sulla protezione dei minori, è stato proiettato un video in cui le vittime di abusi del clero hanno raccontato le loro storie. «Voi siete i medici dell’anima e tuttavia, salvo rare eccezioni, vi siete trasformati – in alcuni casi – in assassini dell’anima, in assassini della fede. Quale terribile contraddizione […] l’abuso sessuale lascia conseguenze tremende a tutti […] le conseguenze sono evidenti, sotto tutti gli aspetti, e rimangono per tutta la vita», si è sentito rieccheggare dalle parole del primo testitmone, un cileno, che però ha detto di parlare di sé in quanto cattolico. «Per un cattolico», ha spiegato, «la cosa più difficile è riuscire a parlare dell’abuso sessuale; ma una volta che hai preso coraggio e inizi a raccontare – nel nostro caso, parlo di me – la prima cosa che ho pensato è stata: vado a raccontare tutto a Santa Madre Chiesa, dove mi ascolteranno e mi rispetteranno». Invece, «la prima cosa che hanno fatto è stata di trattarmi da bugiardo, voltarmi le spalle e dirmi che io, e altri, eravamo nemici della Chiesa. Questo è uno schema che non esiste soltanto in Cile: esiste in tutto il mondo, e questo deve finire».
Le vittime hanno bisogno che si creda loro, che le si rispettino, che ci si prenda cura di loro e si guariscano
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