Oggi mi hanno inviato il testo digitale della Via Crucis 2020 di Papa Francesco preparato per venerdì 10 aprile. Un lavoro fatto con attenzione e che propone riflessioni interessanti che nascono dall’esperienza di persone a contatto con la sofferenza.
Premetto che sono un cristiano praticante e da sempre cerco di approfondire la mia fede, ma non pregherò con questo testo preparato per la Via Crucis perché la undicesima stazione in me ha provocato tanta rabbia e amarezza.
Viene proposta la testimonianza di un sacerdote che dopo anni ha vinto un lungo processo penale. Nulla da dire sulle decisioni di un tribunale: vanno accolte. Aggiungo che conosco questa vicenda e la diocesi in questione. Però se proponi questa testimonianza per la preghiera e la riflessione di tutti i cristiani a livello mondiale dovresti tenere conto anche che lo possono leggere vittime di pedofilia. Vittime che ancora attendono giustizia e che magari mai sono state ascoltate. E senza dubbio in loro non può crescere che rabbia e ulteriore dissenso nei confronti della Chiesa Istituzione. Scrivo ciò per i tanti silenzi delle diocesi italiane che stanno creando enorme disagio e dolore in diverse persone. Non pregherò con questo testo che lo sento come una provocazione e subdola operazione mediatica per mettere in risalto la trasparenza della chiesa nei casi di pedofilia quando invece ci sono tanti che ancora soffrono perché non sono stati né ascoltati e perché ci sono casi dove pur avendo tante informazioni la chiesa non si è ancora espressa.
Il Santo Padre ieri mattina ha citato che Cristo si trova nei poveri e a noi non verrà chiesto che livello sociale ed economico abbiamo raggiunto ma se stiamo stati capaci di stare accanto ai poveri.
Mi permetto di fare una domanda proprio al Santo Padre e ai Vescovi: come sono considerate le vittime di pedofilia? Non sono forse tra i più poveri visto che sono abbandonati da tutti perché spesso la stessa chiesa crea ostruzionismo e fa terra bruciata attorno a loro? Oltre a tutto il dolore interiore che genera vergogna, rabbia, disistima … depressione.
Nella mia esperienza sono stato a contatto tante volte con i poveri, anche in varie realtà del mondo, e riconosco che tra i più poveri che ho incontrato ci sono le vittime di pedofilia. Venerdì Santo desidero restare accanto a loro.
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