Come abbiamo raccontato ieri, uno dei due 007 inviati da Papa Francesco per fare luce sugli abusi avvenuti presso l’Istituto cattolico Antonio Provolo di Mendoza, il Vicario Giudiziale padre Dante Simeon, è stato convocato per essere interrogato dal Pubblico Ministero Flavio D’Amore davanti al quale però, nell’intento di sottrarsi all’audizione, ha invocato il segreto pontificio.
Secca la risposta del pm che ha voluto mettere subito le cose in chiaro ricordando al sacerdote che la chiesa non è al di sopra della legge.
Affronto costato caro perchè la procura ha anche formalmente intimato allo 007 vaticano di consegnare entro venerdì tutta la documentazione in suo possesso, corredata da una relazione scritta. Pena l’incriminazione per falsa testimonianza come secondo l’articolo 275 cp, punibile con la reclusione da un mese a quattro anni.
Con l’audizione da parte della procura degli 007 inviati da papa Francesco lo sorso aprile, si apre la seconda fase dell’indagine. Nella prima la priorità era quella di raccogliere tutto il materiale probatorio che dimostrasse i reati contestati agli imputati, quantificandoli.
Adesso invece si interroga la chiesa. Cosa sapeva e perché – malgrado decine di denunce – non è mai intervenuta?
In quel documento che nei mesi scorsi avevamo già reso pubblico, c’è la prova che dimostra che non solo che le gerarchie veronesi erano informate, ma che li erano anche i massimi vertici della Santa Sede, compreso Papa Francesco.
Nel 2010 ci fu poi la commissione d’Inchiesta indipendente voluta dal Vaticano e presieduta da un laico, il dott. Mario Sannite. Una indagine che il vescovo Zenti definì approfondita e nella quale vennero ascoltate solo una quindicina delle quasi settanta vittime che si erano proposte. Una commissione da subito molto chiacchierata, non solo per il fatto della presunta falsificazione della scheda personale di Gianni Bisoli (oggi oggetto di denuncia)
L’associazione Sordi Provolo lamenta inoltre da anni che malgrado gli accordi presi con la diocesi di Verona, malgrado le molteplici richieste scritte, non gli sia mai stata concessa visione del carteggio prodotto da quella commissione, un carteggio importante perchè oltre alla documentazione cartacea contiene anche gli audio visivi delle audizioni, sia degli ex alunni, sia dei preti accusati e sentiti da quella commissione.
Nella serata di ieri (primo pomeriggio in Argentina) si è tenuta una lunga consultazione via Skype con l’avvocato Carlos Lombardi per valutare le strategie da attuare nei prossimi giorni che potrebbero riservare anche qualche colpo di scena.