Gli inquirenti vogliono cercare di capire se in Vaticano erano al corrente della situazione e i motivi di un eventuale mancato intervento.
Passa al livello successivo l’indagine sugli abusi sessuali inflitti da religiosi e laici all’istituto Provolo di Mendoza, in Argentina. Dopo aver ascoltato le persone informate sui fatti, compresi gli ispettori inviati da Papa Francesco, l’attenzione degli inquirenti è passata dai presunti colpevoli alle istituzioni, e quindi alla Chiesa, cercando di comprendere se fosse al corrente della situazione e i motivi di un eventuale mancato intervento.A riportarlo è la Rete L’Abuso Onlus, il cui legale in Argentina, l’avvocato Carlos Leonardi, ha cominciato a fornire agli investigatori i primi documenti provenienti dall’Italia e forniti dall’Associazione Sordi Provolo. Questi documenti, secondo la Rete L’Abuso, dovrebbero dimostrare che in Vaticano erano noti gli abusi subiti dai bambini dell’istituto Provolo di Verona, anche per mano di don Nicola Corradi, al centro anche dello scandalo pedofilia scoppiato a Mendoza.https://www.veronasera.it/cronaca/scandalo-pedofilia-provolo-indagini-chiesa-18-maggio-2017.html