La Cassazione conferma la pena di tre anni per il sacerdote accusato di aver molestato dei ragazzini che frequentavano il suo oratorio. La parabola discendente: da simbolo della legalità a orco che ha insidiato dei bimbi.
Alla fine la pena si è praticamente dimezzata: dai sei anni e mezzo inflitti in primo grado, ai tre di condanna in appello, adesso confermati dalla Cassazione. Ma con il visto della Suprema corte diventa definitiva la macchia su uno dei preti simbolo del dopo stragi palermitano, don Paolo Turturro. Ed è una macchia pesantissima, visto che si tratta di un sacerdote adesso condannato, in via definitiva, per pedofilia.
Cala il sipario, undici anni dopo, su una delle vicende che più hanno scosso Palermo. Per i bimbi molestati, due ragazzini di 12 e 13 anni. Ma soprattutto per il sacerdote, uno dei volti più noti in città per l’impegno contro la mafia e per la legalità. Spaccò la città, nel 2003, la denuncia dei familiari dei ragazzini e l’apertura dell’indagine sul sacerdote. Lui, parroco all’epoca della chiesa di Santa Lucia al Borgo Vecchio, pochi passi dal carcere dell’Ucciardone, che con l’associazione Dipingi la pace si era inventato, in un quartiere dove la violenza regnava, una singolare iniziativa: il falò delle armi giocattolo, in occasione della Commemorazione dei defunti. Non solo. Forte anche l’impegno antimafia di don Paolo, barese d’origine e cugino in secondo grado dell’attore John Turturro, con ripetuti appelli ai boss a convertirsi e a pentirsi. Insomma, una vera e propria icona. Don Turturro si è sempre proclamato innocente, anzi vittima di un complotto Ma i giudici sin dall’inizio hanno creduto ai due piccoli accusatori, che avevano nove e dieci anni all’epoca dei fatti, tra il 2000 e il 2001. Complesso anche il processo. La condanna a sei anni e mezzo in Appello venne dimezzata. E nel 2012 la Cassazione ridusse ulteriormente la portata dei fatti dichiarando prescritta una delle molestie e di entità poco rilevante l’altra (si sarebbe trattato solo di un bacio). Adesso, comunque, il verdetto finale.
Padre Turturro ha lasciato Palermo ormai da tempo. Subito dopo la notizia dell’indagine nei suoi confronti è stato allontanato dal quartiere in cui operava e trasferito a Messina. Ora la condanna definitiva, che potrebbe espiare con l’affidamento ai servizi sociali.
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