Il sistematico occultamento degli abusi nell’arcidiocesi di Monaco
Lo Spiegel e la Süddeutsche Zeitung riportano notizie circa l’indagine legale affidata all’avv. Marion Westphal, ora pubblicata, per la valutazione dei documenti della diocesi di Monaco e Freising inerenti al periodo 1945-2009. L’indagine indipendente, ordinata dalla Chiesa, ha fornito dati sconvolgenti. “Abbiamo avuto a che fare con molteplici distruzioni di documenti”, ha detto l’avv. Westphal. Invece di preoccuparsi del dolore delle vittime, i collaboratori della Chiesa avrebbero voluto evitare lo scandalo. L’ufficio Westphal ha prodotto l’indagine sulla base dei 13.200 documenti esaminati e di colloqui avuti coi dipendenti dell’arcidiocesi. In 365 documenti si sono trovate indicazioni di abusi. Fra il 1945 e il 2009 almeno 159 preti sono stati sospettati di abusi sessuali o maltrattamenti fisici, oltre e diaconi, insegnanti di religione e collaboratori. In passato solo in 26 casi dei preti sono stati sottoposti a giudizio. L’indagine giunge però alla conclusione che almeno altri 17 ecclesiastici possono essere imputati di delitti sessuali.
Non si è potuto chiarire il ruolo dell’attuale pontefice in relazione ai casi intervenuti quando era lui arcivescovo. La Westphal non gli muove rimproveri, anche se del periodo che lo riguarda manca la documentazione: l’indagine lamenta una cura dei documenti disastrosa. La responsabilità di seguire i casi sospetti ricadeva allora sul vicario generale. Solo in un caso, secondo la perizia, è documentato il coinvolgimento personale di Ratzinger, ma a causa della cattiva conservazione dei documenti non si sa per certo se allora ne fosse seguita una denuncia. Ci sarebbe un documento che accusa il papa: a suo tempo Ratzinger si sarebbe impegnato più di quanto si sapeva sinora per dare un posto a un curatore d’anime pedofilo. Del ben noto caso di quel parroco che durante il tempo in cui era arcivescovo Ratzinger arrivò da Essen e fu subito insediato a Monaco la Westphal non ha trovato traccia nei 13,200 documenti esaminati dal suo ufficio: ne resta solo la storia edificante dell’attuale papa.
Nelle 250 pagine del resoconto dell’indagine si legge che il responsabile del personale fino alla morte conservava a casa sua la relativa documentazione; e fu lui che nel 1980 ricevette a Monaco il parroco pedofilo di Essen. Mancano dati sicuri sul trasferimento di preti in altre diocesi. Nel periodo esaminato, indipendentemente da chi fosse il titolare dell’arcidiocesi, le vittime non trovarono mai ascolto, mentre i colpevoli furono protetti e sottratti alla punizione. Il resoconto degli abusi dell’arcidiocesi di Monaco tratta di un sistema che dev’essere stato in vigore anche in altre diocesi, ma è diffusa l’impressione che l’indagine di Monaco nel prossimo futuro rimarrà l’unica.
Ermanno Morgari
http://www.uaar.it/news/2010/12/12/il-sistematico-occultamento-degli-abusi-nell-arcidiocesi-di-monaco/
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