Nasce oggi il «Coordinamento nazionale delle famiglie dei sopravvissuti» agli abusi sessuali sui minori, in collaborazione con la «Rete l’abuso», fondata anni fa da Francesco Zanardi, che vuole riunire tutti i familiari che hanno subito e vissuto questo tipo di violenza, per far fronte comune, aiutarsi a vicenda, e contrastare quanto più possibile tutte le forme di pedofilia.
Gli abusi e le molestie sessuali su minori sono un capitolo preciso dell’attuale legge sulla violenza sessuale, il 609
quater del codice penale che prevede condanne specifiche e aggravate per chi commette atti sessuali su chi ha menodi 14 anni.
Quando questi reati vedono protagonisti preti, sacerdoti e religiosi suscitano ancora più indignazione anche per i silenzi del passato da parte dei vertici ecclesiastici, in Italia e nel mondo.
A Pisa qualche anno fa venne alla ribalta una vicenda di abusi sessuali su due fratelli compiuti da monsignor Luigi
Gabbriellini, quando i due erano solo dei ragazzini di10 e 13 anni. Il prete alla fine confessò durante il processo ca
nonico nel 2022, e fu prima sospeso e poi allontanato dal vescovo Benotto, per poi fini re in un istituto romano di cura per religiosi. Provvedimento riconosciuto definitivo lo scorso anno dal Dicastero per la dottrina della Fede del Vaticano.
Perquesti fatti è stato avviato un procedimento giudiziario di risarcimento in sede civile, perché a livello penale i
reati erano andati ormai in prescrizione.
La madre dei due fratelli, con il marito e uno dei suoi figli vittima degli abusi sessuali, è stata ricevuta in Vaticano daPapaFrancesco che ha rinnovato le scuse alla famiglia e rimarcato il massi mo impegno al contrasto del fenomeno in seno alla Chiesa cattolica.
«È stato un incontro che è avvenuto dopo una mia lettera — racconta la signora Claudia — ho trovato grande
conforto nelle sue parole per ché il Papa sin dalle prime battute concordavaconnoisu tutto quello che gli dicevamo, ringraziandoci di aver denunciato, appena ne sono venuta a conoscenza. Inoltre ha confermato il suo massimo impegno per far sì che certe cose non si ripetano mai più, soprattutto all’interno della chiesa cattolica.
Che è poi quello che vogliamo noi familiari: tutto il dolore che abbiamo vissuto deve servire a qualcosa, deve essere utile per unfuturo diverso»
Il Corriere
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