BARCELLONA-ADISTA. Il difensore civico catalano Rafael Ribó ha annunciato il 30 gennaio scorso l’apertura di un’indagine sulle accuse di abusi sessuali commessi su minori nel Monastero di Montserrat e in altri istituti ecclesiastici. L’Ufficio Reclami catalano (Sindicatura de Greuges) cui fa capo Ribò, ha emesso un comunicato nel quale ha segnalato che la Chiesa cattolica deve assumersi un impegno fermo nella lotta contro l’abuso sessuale infantile» e che «solleciterà le autorità ecclesiastiche a svolgere azioni di prevenzione, individuazione, formazione dei professionisti e denuncia» dei casi di abuso.
L’Ufficio ha comunicato che chiederà informazioni alla Generalitat della Catalogna, alla Conferenza episcopale Tarraconense e all’Abbazia di Montserrat (Barcellona) riguardo ai casi recentemente venuti alla luce. I responsabili dell’istituzione religiosa hanno annunciato pochi giorni fa la creazione di una commissione per indagare sui casi segnalati, che ad oggi ammontano a cinque.
Una «pioggia di denunce», scrive El País (30/1), è giunta al difensore civico da quando il 19 gennaio il quotidiano spagnolo ha rivelato che i due ultimi abati del monastero di Monserrat, Sebastià Bardolet e l’attuale, Josep Maria Soler, sapevano dal 1999 dell’esistenza di almeno una denuncia di abusi su un minore commessi agli inizi degli anni ’70 dal monaco Andreu Soler e non hanno preso alcuna misura. Un anno dopo la denuncia, l’accusato – fondatore del gruppo scout del Monastero – fu trasferito in un altro centro dell’Ordine benedettino, El Miracle (Lledia), ma l’Abbazia, secondo quanto ha ammesso la stessa parlando con a El País, non denunciò gli abusi alla polizia, non aprì alcun procedimento canonico, né notificò il fato al Vaticano, sebbene dal 2001 viga l’obbligo di comunicare a Roma le denunce di abusi. Oggi l’Abbazia non farebbe lo stesso errore, ha dichiarato al quotidiano.
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