Di oggi la notizia diramata tramite un comunicato stampa, che gli “007” della diocesi di Napoli starebbero indagando su presunti abusi commessi da un sacerdote, non si sa quale dei due noti, tuttavia invitano, “tutti coloro che sono in possesso di elementi utili per le indagini a darne comunicazione alla Cancelleria della Curia di Napoli, entro e non oltre trenta giorni dalla data del presente comunicato stampa“.
Nel comunicato, la diocesi lamenta che “tale indagine presenta qualche difficoltà perché non risulta pervenuta alla Cancelleria della nostra Diocesi alcuna nuova denuncia di persona diversa dal primo accusatore. Si sa soltanto di un’intervista fatta da un giornale quotidiano, nello scorso mese di febbraio, a un nuovo accusatore del quale, però, vennero indicate soltanto le iniziali G.S.”.
La cosa sfugge solo al cardinale Sepe, ma è piuttosto evidente che le vittime siano rimaste parecchio intimidite. Dopo aver visto il trattamento riservato a Diego Esposito, che dopo la denuncia di otto anni fa alla curia napoletana si è visto prima umiliare con un risarcimento di 250€, poi, segnalato dalla diocesi stessa alla questura, si è visto ritirare il porto d’armi e oggi è senza lavoro. In quella occasione la diocesi si giustificò, sottolineando che la segnalazione fu fatta per il bene di Esposito. Peccato che non abbiano avuto lo stesso buonsenso e la stessa tutela quando hanno mandato don Silverio Mura sotto falso nome a Montù Beccaria… insegnava religione a 40 minori.
Da non dimenticare poi, quel comunicato della diocesi (per il quale è in corso un procedimento penale) nel quale appariva ben otto volte – titolo compreso – il reale nome di Diego. Un comunicato che costò carissimo alla sua famiglia, soprattutto ai figli ancora minorenni, che furono additati e derisi per settimane.
Povero Diego Esposito, non lo hanno considerato neppure dopo due giorni di Sit-in (7 e 8 aprile scorso) davanti al Duomo di Napoli dove era in compagnia proprio di Giuseppe Scognamiglio, l’altra vittima, quella che oggi disperatamente fanno finta di cercare tramite un comunicato stampa. Se si fossero degnati di un minimo di attenzione per le vittime avrebbero potuto incontrarle di persona, erano al sit-in apposta.
Adesso invece cadono dal pero e si chiedono perché le vittime non hanno denunciato alla Cancelleria della diocesi.
Certo il teatrino messo su dal cardinale Sepe convince davvero poco, nello scorso comunicato, quello rilasciato dalla diocesi proprio nei giorni del sit-in, si leggeva che il caso di Diego Esposito era stato chiuso nel 2016 per mancanza di elementi – dicono loro – ma “all’inizio di quest’anno, dopo denuncia fatta da altra persona direttamente alla Santa Sede, il Santo Padre ha deciso la riapertura del caso”.
Nel comunicato di oggi invece dichiarano che “si sa soltanto di un’intervista fatta da un giornale quotidiano, nello scorso mese di febbraio, a un nuovo accusatore del quale, però, vennero indicate soltanto le iniziali G.S.”.
Cardinale Sepe, mettiamoci d’accordo, ma quante sono queste vittime? Da quanto dichiarate pare almeno tre, Diego Esposito, Giuseppe Scognamilio (G.S.) e un’altra che avrebbe denunciato direttamente alla Santa Sede.
A proposito cardinale, a che punto è la denuncia per insabbiamento fatta al Pontefice da Diego Esposito nei suoi confronti ?
Mi raccomando, ci faccia sapere…
Francesco Zanardi
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