Ancora non è chiaro ciò che vorrà dire don Mirco Crivellari salendo sul palco del cinema-teatro parrocchiale di Sassello, prima della proiezione del film «Il caso Spotlight». E non è nemmeno escluso che, all’ultimo istante, rinunci a presentarsi. Domani sera (inizio ore 21,15), infatti, nella capiente sala da quasi duecento posti, con il patrocinio del Comune sarà proiettata la pellicola che racconta la storia della squadra di giornalisti investigativi del «Boston Globe», soprannominata appunto Spotlight, che nel 2002 sconvolse l’opinione pubblica con le rivelazioni sulla copertura sistematica da parte della Chiesa cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre settanta sacerdoti locali, in un’inchiesta premiata col Premio Pulitzer. L’opera ha conquistato due Oscar quale miglior film e sceneggiatura originale. Ma a Sassello, da giorni, la proiezione è divenuta tema di aspre discus
sioni. Non tanto per il contenuto, ma sul luogo in cui si svolgerà lo spettacolo. La sala di piazza dell’Oratorio, riaperta nel febbraio sotto la guida di Carlo Deprati e dei tanti altri volontari dell’Associazione Teatro Sassello, propone titoli di autore e di grande attualità. Deprati è categorico: «Certamente il film sarà proiettato, per quale motivo non dovrebbe esserlo ? Don Mirco ? Credo che voglia intervenire prima del film, faccia pure. Non entro nel merito». Come accaduto lo scorso anno a Varazze, la storia si ripete. Allora, creò scompiglio la proiezione al cinema salesiano Don Bosco di «Cinquanta sfumature di grigio». Adesso tocca a Sassello toccare un altro tema scottante. Sarà per la posizione e per la proprietà dello stabile, don Mirco non sembra proprio entusiasta del film in procinto di proiezione. Non è stato possibile avere il parere diretto del prete. Sia in curia, sia al telefono cellulare, don Mirco non ha risposto ai vari tentativi di chiamate.
Massimo Picone LA STAMPA Savona
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