Castelletto Ticino, seduta a porte chiuse. La Lega Nord chiede la revoca del titolo onorario a don Marco Rasia
«Revochiamo la cittadinanza onoraria a don Marco Rasia». E’ la proposta della Lega nord al consiglio comunale di Castelletto Ticino. Il sacerdote quarantunenne, che è stato coadiutore per dodici anni dell’oratorio del paese prima di essere trasferito a Omegna, è stato accusato sette mesi fa di violenza sessuale su minori.
La mozione del gruppo consiliare del Carroccio sarà discussa a seduta segreta in chiusura del consiglio comunale convocato lunedì alle 21 in municipio.
Il prete è stato insignito del riconoscimento con delibera consiliare del 19 ottobre 2009 per avere svolto il ministero sacerdotale «in modo straordinario contribuendo a profondere nei cittadini di Castelletto i valori della fratellanza e della solidarietà, dell’educazione come relazione e del dialogo da estendere oltre i confini». Quello stesso anno, il sacerdote lasciò il paese per trasferirsi a Omegna.
Dopo l’arresto avvenuto lo scorso aprile, per i consiglieri leghisti, Barbara Bacchi e Bruno Mombrini, non sussistono però più le condizioni e le motivazioni richiamate nel documento di allora: «Mal si concilia l’impegno di cui si parla nella delibera con quanto emerso di recente. Anche i sentimenti della popolazione sono mutati in seguito alla presunta condotta tenuta da don Marco verso le categorie più deboli in ambito sociale, assistenziale e morale».
Vista la delicatezza dell’argomento, il punto verrà discusso a porte chiuse, ma il sindaco Matteo Besozzi chiarisce subito: «E’ la solita sparata della Lega. Noi non siamo giustizialisti e aspettiamo l’analisi dei fatti da parte delle autorità competenti, senza cedere a sentenze sommarie. I leghisti lo hanno già condannato: è un brutto gesto. Indirettamente, sono a conoscenza del travaglio personale che sta vivendo don Marco. E’ una questione molto delicata: ogni giudizio ci sembra affrettato. Attendiamo il corso della giustizia».
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