CITTA’ DEL MESSICO (Reuters) – Il cardinale Norberto Rivera, numero uno della chiesa cattolica messicana, sarà interrogato da un gruppo di avvocati e potrebbe essere costretto ad apparire davanti ad un tribunale statunitense per difendersi dall’accusa di aver protetto un prete ricercato per aver abusato sessualmente di alcuni bambini. Lo ha riferito ieri un portavoce di Rivera.
Il cardinale, il cui nome era stato anche preso in considerazione come possibile candidato alla successione di Giovanni Paolo II, sarà interrogato a Città del Messico nelle prossime settimane, ha spiegato il suo portavoce, Hugo Valdemar.
Rivera potrebbe essere costretto ad apparire davanti ai giudici di Los Angeles per difendersi dall’accusa di favoreggiamento per aver protetto un prete che ha violentato decine di minori negli Stati Uniti e in Messico.
Nel settembre scorso, i difensori di un ex chierichetto chiamato Joaquin Aguilar Mendez, che dice di essere stato violentato dal sacerdote Nicolas Aguilar nel 1994 in Messico, hanno citato in giudizio sia il cardinale Rivera che il suo collega di Los Angeles, il cardinale Roger Mahony.
Le accuse avanzate nei confronti dei prelati sono di favoreggiamento, ostruzione della giustizia e negligenza.
Rivera rifiuta le accuse e sostiene che la corte di Los Angeles non ha alcuna giurisdizione su di lui.
Gli avvocati, invece, dicono che, attraverso l’interrogatorio di Rivera, potranno provare il diritto della corte a procedere nel processo.
Secondo l’accusa, Rivera avrebbe inviato a Los Angeles padre Nicolas Aguilar per evitare che in Messico scoppiasse una scandalo per gli abusi commessi dal sacerdote. Mahony è accusato di aver permesso al prete di tornare in Messico dopo che contro di lui era stato spiccato un mandato di cattura da parte della giustizia americana.
In una dichiarazione fatta da Rivera sotto giuramento, il cardinale ha raccontato di aver scritto una lettera cifrata a Mahony spiegandogli che padre Aguilar era omosessuale, ma senza dirgli delle accuse di pedofilia delle quali sostiene di non essere stato a conoscenza. Mahony, per conto suo, nega invece di aver ricevuto alcuna lettera dal cardinale messicano.
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