IL MESSAGGERO 21/10/2004 59.d.h
Don Davide Solano Carpio è tornato a Serrone. Ha lasciato tutti sorpresi nel paese di cui era parroco il ritorno inatteso del sacerdote colombiano rinviato a giudizio lo scorso 23 giugno dal giudice per le udienze preliminari di Frosinone per violenze sessuali nei confronti di minori.
L’ accusa pesa come un macigno sulle spalle del religioso, che fin dal suo arrivo a Serrone, piccolo ma caratteristico centro montano ai piedi dello Scalambra, ha finito per spaccare la popolazione tra coloro che condividevano la sua condotta di vita pastorale e quelli che hanno iniziato fin da subito a non vederlo di buon occhio.
Da Serrone era andato via il 19 gennaio scorso, giorno stesso della notifica dell’apertura delle indagini a suo carico avviate nel 2002 dalla Procura di Velletri in seguito alle denunce presentate da quattro ragazzi albanesi ospiti di una casa-famiglia di Rocca di Papa che don Davide aveva conosciuto in occasione di una delle sue tante iniziative umanitarie.
La sua partenza verso il paese d’origine aveva rafforzato in molti l’idea che in qualche modo il gravissimo ed infamante reato contestato non potesse essere del tutto infondata. Più il tempo passava e più i sospetti si sono impadroniti anche di quei parrocchiani che, nonostante tutto, volevano ancora credergli. In pochi gli sono rimasti vicini, tra questi alcuni amici fidati che adesso si sono chiusi nel più stretto riserbo.
Chi lo ha visto in questi giorni racconta che don Davide ha assunto un altro aspetto, di sicuro più sofferente. Mentre si trovava in Colombia, infatti, avrebbe contratto una malattia che sembra gli abbia provocato problemi di mobilità ad un arto.
Alla malattia del sacerdote, in effetti, avevano fatto appello anche i suoi legali, Cianfrocca e Vitalone, per chiedere lo slittamento della data dell’udienza preliminare visto il delicato momento di salute che stava attraversando il prete vicino al mondo del calcio italiano di cui conosce illustri esponenti. Dopo qualche giorno di permanenza a Serrone, don Davide si trova ora a Palestrina, in diocesi, da cui partirà per essere ricoverato in un nosocomio della capitale.
Cosa ne pensa del ritorno di don Davide, chiediamo al sindaco di Serrone, Maurizio Proietto? «L’ho salutato di sfuggita, stava dentro la macchina. Non ho potuto parlare con lui. Penso comunque che è un fatto positivo perché, in generale, quando una persona è accusata di qualche cosa non ritorna se può farne a meno». Dopo quella in ospedale un’altra tappa dolorosa attende l’allegro sacerdote proveniente dall’America Latina: il prossimo 2 dicembre dovrà comparire davanti ai giudici di Frosinone per difendersi.
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