L’appello del Papa ai vescovi ai quali raccomanda essere; “fermo e deciso nell’affrontare le situazioni che possono dare scandalo ed ogni caso di abuso, specialmente nei confronti di minori, attenendosi alle attuali disposizioni“.
Fantastico nelle parole che però stridono con i fatti, soprattutto quelli che riguardano direttamente proprio colui che fa l’appello e che prima di diventare Papa, era a capo del Dicastero dei vescovi, che si occupa della loro condotta.
Proprio l’Ufficio al quale nel marzo del 2024 Antonio Messina (vittima di don Giuseppe Rugolo condannato in 1° grado a quattro anni e sei mesi) consegnò il fascicolo sulle presunte coperture che il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana avrebbe fornito al Rugolo. Coperture che lo stesso Gisana – intercettato al telefono dagli inquirenti – ammette in una telefonata.
Accuse che all’indomani della condanna in 1° grado di don Rugolo vedono lo stesso vescovo Gisana imputato dalla giustizia italiana per aver mentito in aula durante il processo.
Questo è quanto sta facendo la giustizia italiana!
Ma quella tanto acclamata dalla chiesa, che ha visto proprio Robert Prevost – colui che oggi è diventato il Papa – che, da capo del dicastero dei vescovi già avrebbe dovuto intervenire nel 2024 sul caso, che tutt’ora invece ancora vede il vescovo Rosario Gisana al suo posto, dichiarare stile “influencer” quanto riportato dai media, non solo sembra uno scherzo di pessimo gusto, ma visto dai sopravvissuti, in questo particolare caso dalla stessa vittima Antonio Messina che, malgrado la delusione del mancato intervento di Prevost alla DDF, diventato Papa leone gli ha comunque rinnovato fiducia sollecitando ulteriormente un suo intervento, certo non da una grande immagine di serietà, ancor meno di coerenza.
Messaggio che alla luce dei fatti va doverosamente preso per mera e disonesta propaganda alla quale si aggiungono le critiche di Hans Zollner che proprio ieri ha commentato così l’operato della chiesa; ‘no alle indagini-elemosina’.
Propaganda contro la quale si era già scontrato Papa Francesco, anche lui sul caso di monsignor Rosario Gisana, che proprio alla vigilia della requisitoria su don Rugolo definì in un contesto totalmente fuori dalla realtà con la frase; “Saluto il Vescovo di Piazza Armerina, Monsignor Rosario Gisana: bravo, questo Vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo Vescovo”.
Frase che oggi pare quasi ripetersi nelle parole di Papa Leone XIV.