(DIRE) Roma, 12 set. – “I dati (1570 vittime censite da L’Abuso e 956 dichiarate dalla Chiesa) sono inseriti e conteggiati separatamente- spiega la Rete- in quanto molto fumosi, parziali e non circostanziati, né per quanto riguarda le diocesi di provenienza del dato, né per quanto riguarda le regioni italiane, il numero di vittime prodotte, il sesso e l’età, i provvedimenti presi, l’attuale incarico e collocazione. Tuttavia- spiega- sono dati ufficiali dichiarati e se pur estremamente vaghi e imprecisi non possono essere omessi. Parliamo tra le altre cose di dati che non compaiono nel censimento dettagliato per regioni fatto dalla Rete L’Abuso, quindi vanno sommati ai 1570”.
“Il censimento della Rete L’Abuso- spiega l’Associazione- è basato solo su casi documentali pubblici, ovvero non abbiamo inserito alcun dato di casi non denunciati e questi sono un totale di 360, che hanno prodotto 1570 sopravvissuti.
Quelli che invece si evincono dalle dichiarazioni della stessa chiesa sono nettamente superiori, 913 casi di abusatori, quasi il triplo di quelli censiti dalla Rete L’Abuso e, se pur incompleti, tuttavia dichiarano almeno altri 956 sopravvissuti, da sommare i nostri 1570″.
L’analisi della Rete L’Abuso, però, non si è fermata qui e ha prodotto anche delle proiezioni. “Facendo una proiezione su base proporzionale del dato Cei mancante riguardo al potenziale di sopravvissuti prodotti (dato X della Cei dove X è uguale ai sopravvissuti censiti dalla Rete L’Abuso moltiplicato per i 913 autori dichiarati da Cei, diviso 360 autori censiti dalla Rete) si ottengono altri 3990 sopravvissuti da sommare ai 1570 della Rete L’Abuso”.
Sommando il dato reale censito dall’Osservatorio e il dato di proiezione della Chiesa si arriva a un totale di 5559
vittime. Un numero enorme.
Alla luce di questi dati, nel corso della conferenza, la Rete L’Abuso ha sottolineato l’importanza dell’obbligo di denuncia per tutti i cittadini “che nel caso del clero anziché rimandare la scelta di denunciare al vescovo- spiega l’Associazione- obbligherebbe le singole persone che abbiano un fondato sospetto a denunciarlo”. Per L’Abuso, poi “un altro vuoto grave è quello del certificato anti pedofilia, che lascia scoperto tutto il volontariato, al quale appartiene anche il clero, ma non solo”, spiega l’Associazione.
Grazie ai dati prodotti nell’ambito del clero, Rete L’Abuso ha elaborato anche una proporzione percentuale di quello che potrebbe essere il potenziale di molestatori nell’intera fascia del volontariato “che conta molte più persone dei 35.000 sacerdoti censiti nel report, ed è soggetta agli stessi identici vuoti legislativi del clero”, spiegano.
“Come abbiamo calcolato sulla base di 35.000 sacerdoti che 1.200 circa risulterebbero molestatori sessuali, per lo più di minori, sulla stessa base percentuale ottenuta (3,64%), calcoliamo la stessa percentuale al dato Istat che parla di un totale di 4,661 milioni di volontari nel 2021. Se poi moltiplichiamo l’improbabile dato (come premesso in assoluto difetto) per il prodotto minimo di cinque presunte vittime per ogni molestatore, otteniamo una triste ipotesi dell’enorme entità del fenomeno, incontrollato in Italia: 848.300”.
(Mab / Dire)