Una indagine che quanto prima anche in Italia faccia definitivamente luce su quantità e qualità del fenomeno degli abusi sessuali commessi dal clero svolta da una commissione indipendente, con figure professionali, che apra gli archivi di tutte le diocesi e di tutti i monasteri, concentrandosi esclusivamente sugli abusi e che faccia da apripista anche per i risarcimenti economici. “E’ ora di una Spotlight italiana”. La chiedono i rappresentanti di varie associazioni e realtà del mondo cattolico oltre che vittime di abusi – tra cui l’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne, Donne per la Chiesa, Voices Of Faith, Rete L’Abuso, Adista, Comité de la Jupe, Comitato Vittime e Famiglie, Noi siamo Chiesa -, costituitesi nel Coordinamento delle associazioni contro gli abusi nella Chiesa cattolica in Italia e che ha lanciato la campagna #ItalyChurchToo.
“Una indagine del genere” ha spiegato Paola Lazzarini presidente di Donne per la Chiesa in una conferenza stampa, “non può essere condotta in prima persona dalla Cei, la proposta che il suo presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha reso nota si basa sui centri di ascolto diocesani che per noi non vanno bene perché non si basano su criteri di terzietà. Inoltre sembrava anche voler in qualche modo sminuire il fenomeno parlando di abusi in generale. No, è importante in questo momento non annacquare e concentrarsi all’interno della Chiesa cattolica che innanzitutto deve guardare in casa propria. Per noi la proposta di Bassetti è irricevibile e in questo senso speriamo anche nel prossimo cambiamento ai vertici della Cei”.
Sui numeri del fenomeno, ad oggi nel nostro Paese ancora incerti, ha provato a lanciare qualche stima, Francesco Zanardi della Rete L’Abuso. “L’Italia – ha detto – è un’anomalia nel panorama mondiale. Dopo che sono emersi, grazie a una indagine indipendente, i dati della Francia, ci saremmo aspettati che questi spaventassero la magistratura e il governo visto che Oltralpe sono venute fuori 216mila vittime e il coinvolgimento di 3mila sacerdoti. L’Italia ha 30mila sacerdoti in più. Invece continuano le grosse reticenze da parte delle istituzioni e della stessa magistratura”. La Rete l’Abuso svolge anche un’azione di mappatura del fenomeno consultabile sul suo sito che, aggiunge Zanardi, “ci ha portato a contare 360 casi negli ultimi 15 anni”.
“Sappiamo quanto sarà forte il muro del silenzio ma è per questo che ci siamo uniti”, ha spiegato quindi Marzia Benazzi dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, “è stata anche la nostra sensibilità di donne da sempre impegnate al fianco di chi ha subito violenze, anche delle suore, che ci ha spinto a muoverci. C’è chi chiede che ci possa ancora essere una trasformazione della Chiesa, c’è chi ha visioni diverse ma ci accomuna la determinazione a far sì che nulla resti intentato, è una questione di giustizia, non possiamo più accettare che tutto questo sia obnubilato, negato”.
Sulle ragioni ‘storiché del silenzio tutto italiano sulla realtà degli abusi sessuali all’ombra delle sagrestie, prova a dare una spiegazione Ludovica Eugenio, editorialista dell’Adista: “E’ proprio guardando all’anomalia dell’Italia che si possono comprendere le difficoltà che si incontrano, la cultura cattolica è pervasiva in ogni ambito, questo spiega anche la difficoltà dell’opinione pubblica di accettare che la Chiesa possa essere messa sotto accusa. A questo si unisce certamente un percorso non fatto di laicità, c’è questa sorta di commistione tra potere religioso e potere civile a livello di ossequio, di rispetto, di non messa in discussione che ha inquinato un po’ le acque. C’è tutto un clima culturale che impedisce di vedere la Chiesa sul banco degli imputati”.
https://www.repubblica.it/cronaca/2022/02/15/news/vaticano_le_associazioni_cattoliche_lanciano_la_campagna_italychurchtoo_ora_una_commissione_contro_il_silenzio_sugli_abu-337884990/
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