di ANDREA GIANNI
Milano – Una celebrazione che è un nuovo passo avanti, non solo per la comunità cattolica. Domani il Duomo di Milano ospiterà la messa, presieduta dall’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, con cui la Diocesi aderisce alla “Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi”, promossa per la prima volta dalla Conferenza episcopale italiana. Un segnale nella nebbia di una dolorosa serie di violenze sessuali su minorenni finite al centro, negli ultimi anni, di inchieste della magistratura e indagini interne sul comportamento di sacerdoti a contatto con bambini e ragazzi. Uno degli ultimi casi, emerso nel luglio scorso, ha portato agli arresti domiciliari il 29enne sacerdote di Busto Garolfo don Emanuele Tempesta, accusato di abusi sessuali su 7 bambini tra 8 e 12 anni.
Nel 2019 la Diocesi era già scesa in campo contro la violenza sui minori con un documento che fissa le linee guida di comportamento per sacerdoti, educatori e tutti coloro che hanno a che fare con bambini e ragazzi e nominando un referente per la Tutela dei minori, l’ex presidente del Tribunale dei Minori di Milano Livia Pomodoro, con il compito di dedicarsi all’ascolto delle “presunte vittime” supportata da un’équipe. «La prevenzione dell’abuso dei minori non può ammettere alcun ritardo e incertezza – afferma il documento rivolto non solo ai sacerdoti ma a tutti coloro che hanno compiti educativi -. La tutela dei minori è l’impegno inderogabile e prioritario per la vita della Chiesa, la quale, mentre deve ordinariamente compiere ogni sforzo per prevenire gli abusi, deve prontamente intervenire nella cura di chi ne fosse coinvolto”.
Milano è stata una delle prime Diocesi in Italia ad attivarsi su questo piano, in linea con quanto indicato dalla Cei. E fa parte di questo percorso anche la celebrazione di domani in Duomo. Alle 16.45, nella cappella feriale, è in programma l’esposizione e l’adorazione del Santissimo sacramento, con un intervento dell’arcivescovo. Alle 17.30 la messa, presieduta sempre da monsignor Delpini. “La Diocesi – si legge in una nota – ha inoltre suggerito alle parrocchie di prevedere un momento di preghiera sul tema degli abusi durante le celebrazioni di domenica 21 novembre, in particolare nella preghiera dei fedeli. L’iniziativa della Cei si svolge in concomitanza con la “Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale”, promossa dal Consiglio d’Europa”.
Nell’evidenziare il significato di questa giornata, nel 2015, l’allora segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland esortava così gli Stati membri a sensibilizzare l’opinione pubblica sullo sfruttamento e l’abuso sessuale dei bambini: “Il nostro silenzio traccia un’invisibile protezione intorno agli autori di tali ignobili azioni. Abbiamo la responsabilità di infrangere i tabù dietro i quali si trincerano i pedofili, e i governi possono dare l’esempio, sostenendo le attività di questa Giornata europea“. La decisione della Chiesa italiana di collocare questa Giornata nazionale di preghiera in concomitanza con quella europea “si inserisce nel solco di un cammino ecclesiale italiano, di trasparenza e prevenzione a custodia dei più piccoli e delle persone vulnerabili, che ha comportato l’approvazione delle nuove “Linee guida per il contrasto agli abusi e il sostegno delle vittime” (giugno 2019) e alla costituzione di una rete di Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”.
Per le associazioni che si occupano di tutelare le vittime degli abusi, però, tutto questo non basta per squarciare il silenzio e arrivare a una vera svolta.
La tolleranza zero verso i pedofili, decisa dal Papa, era stata accolta con scetticismo da Francesco Zanardi, fondatore e presidente della Rete Abuso che monitora le violenze compiute da sacerdoti: “Belle parole, ma servono i fatti. La Conferenza episcopale italiana non obbliga alla denuncia dei pedofili, concede solo la facoltà di farlo. Sarà per questo che in Italia nessun vescovo ha mai denunciato un prete-orco”. Le denunce arrivano quasi sempre dalle vittime e dalle loro famiglie, come nel caso di don Emanuele Tempesta. Poi c’è il parroco di Inzago, don Alberto Lucchina, che dopo essere stato accusato di abusi si è autosospeso e ha lasciato il paese mentre l’arcidiocesi ha avviato un’indagine.
Don Mauro Galli, ex vicario della parrocchia di San Pietro a Legnano, è stato condannato anche in appello a 5 anni e mezzo per aver abusato di un ragazzo all’epoca dei fatti quindicenne. All’oratorio di Cuggiono, solo per citare i casi più recenti, è stato allontanato un ex-seminarista di 26 anni perché accusato di pesanti molestie nei confronti di una ragazzina di 15 anni. Il senso della battaglia è riassunto dalle parole della madre della giovane vittima di Don Galli, sempre presente alle udienze in Tribunale: “Venire qui ed essere massacrati in aula è stato duro e doloroso, ma io ci metto la faccia per dire alle vittime di trovare il coraggio e denunciare”.
https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/messa-duomo-vittime-preti-pedofili-1.7042606
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