Si dovrà attendere il 14 luglio prossimo per conoscere l’esito dell’udienza preliminare che vede al banco degli imputati due religiosi di Prato, Don Giglio Gilioli, presbitero della diocesi di Prato e responsabile della comunità i Discepoli dell’Annunciazione, e Lucio Fossanova, un seminarista della stessa comunità, chiamati a rispondere, secondo l’accusa, di violenze sessuali perpetrate nei confronti di un ragazzo appartenente alla stessa comunità religiosa, a partire dal 2008 e protrattesi fino al 2012.
Il 21 aprile scorso si è svolta la prima fase del processo: di fronte al gup di Prato si è tenuta, infatti, l’udienza preliminare nel corso della quale hanno chiesto di costituirsi parte civile, oltre al ragazzo direttamente coinvolto, anche i genitori di questo e l’ente Rete l’Abuso Human Rights Connect, in qualità di soggetti danneggiati dal reato in contestazione.
Questi ultimi tre sono assistiti dall’avvocato Cristiano Baroni per l’ente e dagli avvocati Tommaso Buratti e Leonardo Francesconi, rispettivamente per la madre ed il padre del ragazzo, tutti e tre del foro di Lucca.
Dopo le richieste di costituzione di parte civile, il gup, alla scorsa udienza, ha autorizzato quella della persona offesa e quelle avanzate dai legali Buratti e Francesconi in nome e per conto dei genitori, mentre, relativamente a quella dell’ente, molto più complessa, avanzata dall’avvocato Baroni, si è riservato e deciderà sul punto solo alla prossima udienza, nella quale si procederà anche alla discussione delle rispettive posizioni, comprese quelle delle difese degli imputati.
“L’obiettivo – riferiscono i legali – è quello di sostenere e dare manforte alla pubblica accusa ed alla difesa della persona offesa affinché si possa far luce sulle posizioni degli imputati ed ottenere una risposta efficace e celere da parte della giustizia italiana”.
L’Ente Rete l’Abuso Human Rights Connect è famoso in tutto il territorio nazionale per l’impegno profuso nella lotta ai fenomeni di pedofilia e violenza sessuale, specie di quelli perpetrati da religiosi nei confronti di giovani sottoposti alla loro formazione spirituale.
Lo scandalo scoppiò a inizio 2020, quando la procura di Prato iniziò le indagini. La vittima dei presunti abusi fu ascoltata durante l’incidente probatorio l’estate scorsa e riferì di approcci e atti sessuali. La comunità religiosa è stata chiusa dal Vaticano.
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