Città del Vaticano, 18 mar. (askanews) – Due officiali sospesi, uno – vescovo ausiliare – ha già rassegnato le dimissioni nelle mani del papa: è il primo effetto del terremoto che ha investito la diocesi tedesca di Colonia dopo la pubblicazione, da lungo tempo sollecitata, di un rapporto che ha accertato che tra il 1975 e il 2018 202 aggressori, quasi due terzi dei quali erano sacerdoti, hanno compiuto abusi sessuali su almeno 314 vittime minorenni.Il cardinale Rainer Maria Woelki ha riconosciuto il “fallimento” di coloro che nel corso della storia dell’arcidiocesi hanno “impedito processi, protetto i colpevoli, e soprattutto hanno mostrato poca sensibilità nei confronti delle vittime” ed ha “purtroppo” riconosciuto in particolare la responsabilità dei suoi “predecessori”.
Tra di essi, il cardinale Joachim Meisner (1989-2014), nominato da Giovanni Paolo II, amico di Benedetto XVI, critico vocale di Francesco (era tra i quattro cardinali che attaccarono Jorge Mario Bergoglio sull’Amoris laetitia) è l’uomo di Chiesa che viene maggiormente accusato nel rapporto elaborato dall’avvocato penalista Bjoern Gercke: sarebbe inadepiente a causa di ben 24 violazioni dei doveri ai quali era tenuto, quindi a quasi un terzo di tutti i casi.Lo scandalo ruota attorno ad un prete pedofilo, oggi 87enne, che fu arrestato nel 1972 e quando fu rilasciato, l’anno dopo, fu dapprima inviato ad esercitare il ministero a Muenster, fino al 1988, poi di nuovo a Colonia e, dal 2002 al 2015, a Essen.
Nei mesi scorsi Woelki ha accusato due predecessori defunti – il cardinale Joseph Hoeffner (1969-1987) e Meisner – così come il vescovo di Amburgo, Stefan Hesse, ex amministratore di Colonia con Meisner, e quello di Essen, Franz-Josef Overbeck. Ma l’arcivescovo si è inizialmente rifiutato di pubblicare l’indagine commissionata dalla diocesi ed ha incaricato uno studio di avvocati di ulteriori approfondimenti. Oggi, infine, la pubblicazione del rapporto.Tra le prime consetuenze operative, Woelki, capofila dell’ala conservatrice nell’episcopato tedesco, ha licenziato il responsabile del tribunale arcivescovile, Guenter Assenmacher, e suo vescovo ausiliare, mons. Dominikus Schwaderlapp.
Quest’ultimo, a quanto riportato dalla stampa tedesca, l’agenzia stampa tedesca cattolica, ha rassegnato le dimissioni nella mani del papa, ed in una nota ha chiesto “sinceramente perdono alle persone a cui non ho reso giustizia”, ammettendo di aver prestato “troppo poca attenzione a come si sentono le persone ferite, a ciò di cui hanno bisogno e a come la Chiesa deve affrontarle”.Il rapporto ha peraltro rilevato una mancanza di documentazione negli archivi, che fa pensare a pratiche di insabbiamento.
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