Un uomo di 52 anni riceverà 2,45 milioni di dollari australiani (1,67 milioni di franchi al cambio attuale), oltre alle spese processuali, come risarcimento per gli abusi subiti dal suo insegnante, il sacerdote Bertram Adderley. A quel tempo, la vittima aveva 10 anni e un tribunale australiano ha dimostrato le ripetute violenze tra il 1977 e il 1980.
Secondo i legali della vittima, il sacerdote in questione sarebbe stato, tra gli anni ‘60 e gli anni ‘80, un abusatore seriale con «decine e decine di vittime», anche se non lo hanno denunciato, e dunque la sentenza che prevede un risarcimento senza precedenti è di «enorme significato».
È finora il più grande risarcimento ordinato dalla giustizia in Australia, e forse nel mondo, in casi di pedofilia ad una singola persona. Lo scrive la stampa locale ricordando la diffusione della piaga degli abusi da parte del clero sulla quale le istituzioni australiane da anni hanno intrapreso una battaglia. Il problema nei decenni passati ha riguardato non solo i sacerdoti che sono risultati colpevoli di pedofilia ma anche l’intero sistema che permetteva l’insabbiamento dei casi. «Quello che è successo a me non sarebbe mai dovuto accadere – ha detto la vittima alla fine del processo -, perché la Chiesa cattolica era consapevole della sua malattia – ha aggiunto riferendosi al prete insegnante che lo abusò -, della sua malattia mentale, anche prima che arrivasse a colpire me».
Ovunque nel mondo le conferenze episcopali stanno comunque cercando di mettere argine ad un fenomeno che in molti Paesi ha devastato la Chiesa e che non accenna a cessare del tutto, nonostante la linea di ‘tolleranza zero’ voluta da Papa Francesco che ha proseguito e rafforzato le decisioni che erano già state assunte da Benedetto XVI.
L’ultimo caso in ordine d’arrivo si registra a Malta dove due sacerdoti nei giorni scorsi sono stati arrestati dalla polizia per abusi sessuali compiuti su un bambino che all’epoca dei fatti, nel 2003, aveva 8 anni ed era il chierichetto della parrocchia nella località di Xaghra, sull’isola di Gozo. I due, Joseph Sultana di 84 anni e Joseph Cini di 70, sono separatamente comparsi stamani davanti al Tribunale di Gozo. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli.
Il caso è stato riportato dalle autorità civili maltesi alla Commissione di Salvaguardia della Chiesa cattolica. La Curia ha confermato di aver dato alla polizia tutte le informazioni sul caso ed ha ribadito l’invito pubblico a denunciare tutti gli episodi di presunti abusi sessuali.
La Corte di Gozo ha ascoltato la testimonianza della vittima, che attualmente ha circa 26 anni, ordinando la non pubblicazione del suo nome. L’uomo, che ora vive abitualmente all’estero, ha riferito di aver avuto il coraggio di parlare dei fatti solo nel 2019 con il vescovo di Gozo, che lo incoraggiò a rivolgersi alla Commissione.
https://www.cdt.ch/mondo/fu-vittima-di-abusi-da-parte-di-un-sacerdote-pedofilo-avra-diritto-ad-un-maxirisarcimento-IB3737785?_sid=CgvNlMfx
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