Roma, 28 gen. (askanews) – La Chiesa cattolica australiana ha adottato un nuovo protocollo per migliorare la propria risposta nell’indagare, indennizzare e partecipare alla cura di coloro che da giovani sono stati vittime degli abusi sessuali dei preti.
“Il procollo richiede dalla Chiesa un approccio che sia compassionevole e giusto”, ha detto il presidente della conferenza episcopale australiana, l’arivescovo di Brisbane Mark Coleridge. “Insiste anche sul rispetto per la storia e le circostanze personali di ogni individuo”.
Il protocollo è il frutto di due anni di lavoro durante i quali l’episcopato ha consultato anche le vittime e i loro avvocati ed ha recepito le raccomandazioni della commissione governativa, la Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse. Il nuovo protocollo, che entrerà in vigore a partire dal primo febbraio, sostituirà i due protocolli vigenti dal 1996, “Towards Healing” and la “Melbourne Response”, quest’ultima elaborata dal cardinale George Pell.
Il National Response Protocol – questo il nome ufficiale – prende in considerazione la varie normative e legislazioni, statali e territoriali, che esistono in materia e mira soprattutto ad offrire una guida omogenea su tutto il territorio nazionale su come interagire con le persone abusate attraverso un approccio informato sui traumi subiti da chi è stato “tradito proprio nelle strutture della Chiesa”.
“La Chiesa continua a lavorare duramente per rafforzare i sistemi di controllo che sono stati messi in atto negli ultimi anni”, ha detto monsignor Coleridge. “L’adozione e l’implementazione del National Response Protocol è un importante passo in avanti e ringraziamo coloro che hanno portato a termine questo processo”.
Ska MAZ
https://www.askanews.it/esteri/2021/01/28/abusi-sessuali-la-chiesa-australiana-adotta-un-nuovo-protocollo-top10_20210128_142137/
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