Era stato condannato a 6 anni in appello, ma l’Alta Corte in Australia l’ha rimesso in libertà. E il Papa prega a Santa Marta per “tutti quelli che soffrono per ingiuste sentenze”
Prosciolto e subito liberato. L’Alta corte australiana ( il più alto grado di giudizio del Paese) ha dato ragione al ricorso presentato dal cardinale George Pell, condannato in primo e in secondo grado per abusi sessuali su minori a sei anni di carcere. Era recluso da un anno e dopo aver perso l’appello era stato trasferito nell’estate 2018 nel carcere di massima sicurezza di Barwon. Lui si è sempre dichiarato innocente.
L’Alta corte ha deciso di cancellare completamente la condanna dell’ex capo della Segreteria per l’economia vaticana ed ex consigliere di papa Francesco. Avrebbe anche potuto annullare il verdetto d’appello e rinviare il caso in secondo grado per un nuovo giudizio. Ma nella sua sentenza del 7 aprile l’Alta Corte (composta da 7 giudici che hanno deciso all’unanimità) ha riscontrato che per tutti e cinque i capi di accusa c’erano molte eventualità e dati di fatto a favore dell’imputato, che non erano stati completamente considerati dalla giuria. Esiste “una possibilità significativa”, sostiene la motivazione della sentenza, “che una persona innocente sia stata condannata”. Il proscioglimento ha rimediato ad “una seria ingiustizia”, ha commentato il cardinale Pell appena uscito dal carcere.
Questa mattina il Papa ha iniziato la Messa celebrata a Santa Marta mettendo in evidenza come Gesù sia stato perseguitato pur essendo innocente. E ha detto: “Voglio pregare oggi per tutti quelli che soffrono per ingiuste sentenze”.
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