Si tratta della possibilità finale per il porporato ex capo della Segreteria per l’economia vaticana di uscire dal carcere. Una sentenza definitiva potrebbe arrivare nella nottata italiana
di PAOLO RODARI
CITTÀ DEL VATICANO – Ha avuto inizio presso l’Alta Corte di Canberra, in Australia, l’udienza per il cardinale George Pell, 78 anni, condannato per pedofilia. Si tratta dell’ultima possibilità per il porporato ex capo della Segreteria per l’economia vaticana di uscire dal carcere. Una sentenza definitiva potrebbe arrivare nella nottata italiana.
Sono sette in tutto i giudici che devono decidere se confermare quanto sancito in precedenza o ribaltare il giudizio. Secondo quanto riportano i media australiani, la difesa di Pell ha aperto l’udienza dicendo che i giurati che hanno condannato il porporato per abusi sessuali su minori hanno sbagliato a respingere le sue argomentazioni circa l’improbabilità del reato che, ribadiscono gli avvocati, è inverosimile.
L’argomento centrale della difesa è che il cardinale non avrebbe avuto il tempo materiale o l’occasione di commettere gli abusi che sarebbero avvenuti su due giovani ministranti in sagrestia dopo la celebrazione di una messa. “La vera domanda non è se ‘credo al denunciante’, ma se, ‘avendo creduto al denunciante, vi siano ragionevoli dubbi sulla colpa di Pell‘”, ha detto sempre questa mattina l’avvocato Bret Walker.
Fuori dalla sede della Corte, intanto, i sostenitori di Pell sono arrivati in massa su degli autobus. Si sono radunati con in mano delle croci e un cartello con scritto “Stiamo pregando per te”. Un avvocato delle vittime ha invece sollevato un cartello con scritto “Vai all’inferno Pell“.
Pell da oltre un anno si trova in isolamento in carcere. Non può celebrare messa. Da mesi ha scelto il silenzio: per alcuni un’ammissione di colpevolezza, per altri la volontà di rispettare fino all’ultimo minuto possibile il lavoro dei giudici. In Vaticano in diversi credono che Pell sia innocente. Ma la prudenza anche Oltretevere è d’obbligo.
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