E pensare che papa Ratzinger si mise in pensione proprio per passare di mano ad un altro papa la piaga rognosa della pedofilia! E difatti, appena insediato, Bergoglio fece urbi et orbi la storica promessa: Pedofilia, tolleranza zero! Invece che cosa ha fatto? Nulla, niente, nada de nada. Anzi no, una cosa l’ha fatta: ha fatto finta che il problema non esistesse e ha lasciato che preti, vescovi e cardinali continuassero a fare quello che fanno da duemila anni: abusare, stuprare, violentare, sodomizzare i bambini e ridurli al silenzio terrorizzato per continuare impunemente ad abusarli, stuprarli, violentarli, sodomizzarli e distruggerli per sempre.
Dunque da dove arriva questo summit sulla pedofilia per combattere uno dei delitti più antichi e più ripugnanti della mostruosa storia della Chiesa cattolica? Da un esame di coscienza, dalla vergogna, dal pentimento, da cosa? E non arriva, per caso, dalle denunce quotidiane all’opinione pubblica incessantemente diffuse dalla coraggiosa Rete l’abuso, dall’allontanamento sempre più massiccio dei fedeli, dalle chiese semideserte, dall’avanzare degli sbattezzati, da una crescita di consapevolezza della gente che giudica e critica e condanna la Chiesa e non è disposta a perdonare delitti di questa gravità?
Del resto in questo summit nessuno ha chiesto perdono in ginocchio, nessuno si è coperto il capo di cenere e men che meno si è consegnato alla polizia chiedendo di essere arrestato.
Al contrario, la stampa si è precipitata a magnificare questa iniziativa, coprire di lodi papa e cardinali e il loro impegno ad imparare “come si fa” a proteggere i bambini dagli abusi. Sic!
Al summit, infatti, vescovi e cardinali hanno sfoggiato facce commosse e pensose, smarrite e disorientate come Alice nel paese delle meraviglie. Tant’è che riceveranno una sorta di vademecum per apprendere come si tutelano i bambini dallo (sconosciuto) orco cattivo che li abusa senza pietà! (SIC e ri-SIC!)
“Vergogna!– sbotta invece Francesco Zanardi, fondatore e presidente della citata Rete l’Abuso che da anni tutela i sopravvissuti alla pedofilia clericale – Ecco com’è finito il summit sulla pedofilia in Vaticano: con un buco nell’acqua! Con un papa che dice che la Chiesa è vittima di una piaga che ne mina la credibilità e la reputazione. Con un papa falso e bugiardo che, dopo secoli e secoli di abusi, invece di invocare giustizia per le vittime e punizioni esemplari per i carnefici, risponde al mondo con una banalità e una miseria intellettuale a dir poco vergognosa! Chè se davvero pensasse che la Chiesa è una innocente e incolpevole vittima di Satana, denuncerebbe i preti pedofili, li consegnerebbe alla giustizia e si costituirebbe parte civile nei processi invece di nasconderli e far sparire i loro dossier!”.
Con mossa astuta, Bergoglio ha inaugurato il summit con la riduzione allo stato laicale il vecchio pedofilo seriale, cardinale Mc Carrey, allo scopo di portarlo come esempio di ciò che intende quando dice di voler fare piazza pulita dei pedofili. Ma è soltanto uno specchietto per le allodole e finchè questi orchi con la tonaca non li vedremo nelle patrie galere, noi non ci caschiamo. E poi questo papa, gesuita di nome e di fatto, chi vuole impressionare con la minaccia della riduzione allo stato laicale?
Questa punizione, infatti, equivale a un licenziamento in tronco che comporta la perdita dello stipendio e dell’alloggio nonché di privilegi, coperture e protezioni. Insomma, una punizione che fa ridere i polli!
La verità è che i comfort sopracitati dovrebbero essere confiscati a tutti i clerici e l’equivalente in denaro spedirlo alle popolazioni più povere del pianeta insieme ai quintali d’oro che fanno del Vaticano lo stato più ricco sfondato del mondo.
La verità è che il prete dovrebbe fare il prete solo ed esclusivamente per volontariato e non certo al preciso scopo di trovare un magnifico impiego con tanto di stipendio, vitto, alloggio e soprattutto l’ignobile licenza di stuprare e abusare im-pu-ne-men-te i bambini. La verità è che gran parte della stampa è notoriamente corrotta e compiacente, e nel migliore dei casi indifferente, e non dice che il nostro governo è stato più volte bacchettato dall’Onu per complicità con la Chiesa cattolica nell’insabbiare gli abusi inflitti agli innocenti.
E dunque, Francesco Zanardi che cosa prevedi che farà la Chiesa per il futuro?
“Quello che ha fatto per il passato: un beneamato niente! Ma io andrò avanti con la mia associazione continuando a denunciare tutti i casi di abuso di cui vengo a conoscenza e sostenere le vittime con i nostri avvocati volontari finchè non scoppierà una vera e propria rivoluzione culturale dal basso, cioè da parte di tutti noi sopravvissuti. E lo faremo anche in memoria di quelli che non sono sopravvissuti perché non ce l’hanno fatta e si sono suicidati…”.
Mentre scriviamo arriva la bella notizia che il cardinale australiano George Pell, tesoriere del Vaticano nonché ex consigliere stretto di Papa Francesco, è stato condannato a 50 anni di carcere (dicasi cinquanta), per avere abusato di due ragazzini uno dei quali si è suicidato con una overdose. Ci lascia a dir poco allibiti la difesa dell’avvocato sul reato dell’illustre pedofilo: “non era più di un semplice episodio di penetrazione sessuale – ha detto – in cui il bambino non partecipava attivamente”.
Ma la condanna al carcere non è certo merito di Bergoglio che conosceva bene il “vizietto” del suo fidatissimo Pell, è merito del tribunale di Melburne che ha fatto una lunga e accurata indagine sul gaglioffo finchè lo ha inchiodato alle sue colpe. E sarà una coincidenza ma, per chi non lo sapesse, l’Australia è il continente più ateo del mondo. Che sfortuna, povero Pell!
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