La grande tolleranza zero di Bergoglio si sta trasformando in uno spettacoluccio davvero becero e di cattivo gusto, l’ennesimo schiaffo alle vittime, questa volta direi davvero raccapricciante: arriva da oltre oceano, dall’Australia dove l’arcidiocesi di Sidney ha avviato una raccolta fondi per sostenere le spese legali non delle vittime, no, quelle del cardinale Pell, accusato di abusi sessuali e di insabbiamenti in favore di sacerdoti suoi sottoposti.
Il cardinale avrebbe difficoltà nel sostenere le spese legali perché, in virtù dell’umiltà francescana tanto acclamata nel papato di Bergoglio, il cardinale ha scelto il team legale più prestigioso, quello del penalista Robert Richter che costerebbe, secondo le indiscrezioni dei media australiani, decine di migliaia di dollari al giorno.
La cosa irrita parecchio, perché il problema è una quotidianità per le vittime e proprio pochi giorni fa la mamma di una vittima seguita dall’associazione, lamentava le difficoltà nell’affrontare le spese legali che spesso costringono la vittima a patteggiare poche decine di migliaia di euro di risarcimento, cifre che non bastano neppure per sottoporsi a qualche ciclo di analisi.
Quella di Pell è decisamente vergognosa ma, purtroppo, non è la prima volta che siamo costretti ad assistere e subire queste disparità, guardate il caso che coinvolge la diocesi di Milano, difesa insieme al sacerdote a ella parrocchia da un altro prestigioso studio legale, quello del Professor Mario Zanchetti, otto avvocati, la vittima si è accontentata di uno… e si è trovata costretta a patteggiare per l’impossibilità economica a proseguire il processo. Ricordiamo poi il discusso caso di don Luciano Massaferro che, in terzo grado, se pur perdendo, trovò le risorse per farsi difendere niente popò di meno che dall’avvocato Franco Coppi.
Quella di Pell è particolarmente raccapricciante, ricordiamo che il Vaticano è lo stato più ricco al mondo (qui i costi dell’Italia) e se voleva assumersi una tale difesa per un suo ministro doveva finanziarla: una raccolta pubblica di fondi così esosa, anche se raccolti da uno studio legale ma di fatto veicolata dall’arcidiocesi, forse avrebbe avuto un senso se fosse stata per tutti gli avvocati, vittime e cardinale.
di Francesco Zanardi
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