Albenga – Potrà dire messa e somministrare i sacramenti, ma non insegnare nelle scuole cattoliche (e neppure in quelle statali) e neppure officiare i matrimoni concordatari, e in riviera c’è già chi parla di don Massaferro come di un sacerdote a metà. Sono gli effetti della combinazione tra la sentenza di condanna pronunciata dai tribunali penali per la vicenda delle molestie sessuali ad una giovanissima chierichetta durante la benedizione delle famiglie, e quella assolutoria della giustizia ecclesiastica, che sostanzialmente reintegra pienamente don Lu nell’esercizio del ministero sacerdotale.
Un reintegro che però dovrà avvenire nel rispetto dei “paletti” della sentenza penale, compresi quelli riguardanti l’espresso divieto a ricoprire ruoli di insegnamento in scuole di ogni ordine e grado, con particolare riferimento a quelle frequentate da minorenni, e l’interdizione dai pubblici uffici. Vincoli che potrebbero riflettersi su quello che sarà il ruolo futuro di don Lu, che certamente non potrà far valere le sue due lauree e mezza (la terza è imminente) facendo l’insegnante. Per quanto riguarda l’attività vera e propria di sacerdozio non ci sarebbero particolari limitazioni alla nomina alla guida di una parrocchia (anche se non pare questo il destino immediato di Massaferro), ma anche in quel caso c’è qualcosa che don Lu non potrà fare, ossia officiare matrimoni concordatari, quelli cioè che hanno anche una valenza sul piano civile.
Al momento di raccogliere e formalizzare il fatidico “sì” da parte degli sposi, infatti, il sacerdote riveste il ruolo di ufficiale di stato civile, che gli è precluso dall’interdizione decretata dal tribunale penale. Massaferro potrà celebrare esclusivamente matrimoni di carattere squisitamente religioso, come quelli tra persone già sposate civilmente, o che intendono separare le due cerimonie. Per quelli concordatari la questione è ben più complessa, ma secondo gli esperti di diritto (canonico e penale) don Lu potrebbe trovare una scappatoia, che però rischia di creare qualche imbarazzo alla diocesi e che difficilmente avrebbe (almeno al momento) l’appoggio del vescovo.
Massaferro potrebbe infatti concelebrare la funzione con un altro presbitero, che al momento fatidico assumerebbe il ruolo di ufficiale di stato civile, oppure potrebbe addirittura officiare da solo la Santa Messa (in realtà per la Chiesa Cattolica i ministri del culto sono gli sposi stessi e non il sacerdote) salvo farsi sostituire da un diacono per quelle formalità che hanno valenza civile. Una sostituzione in stile calcistico che però non sembra in armonia con il nuovo corso della Chiesa ingauna, visto che il vescovo Guglielmo Borghetti non ama che si susciti clamore con gesti che stimolino curiosità e polemiche. Un ostacolo in più sulla strada di un possibile ritorno di Massaferro alla guida di una parrocchia.
«Ci sono anche sacerdoti che non sono parroci e che pure ricoprono ruoli importanti, come ad esempio monsignor Giorgio Brancaleoni, che è direttore dell’ufficio per i beni culturali, o don Giancarlo Cuneo che è l’economo della diocesi» ha detto Borghetti. E un destino simile potrebbe essere riservato anche Massaferro. Si dice che entro un mesetto dovrebbe arrivare un “giro” di nomine e che per don Lu ci potrebbe essere un posto in Cancelleria, oppure nella struttura dei musei diocesani: un settore che si dice Borghetti voglia rafforzare. A proposito invece di don Giancarlo Cuneo, voci ricorrenti lo vorrebbero parroco ad Alassio, con il posto di economo (quello che è stato prima di don Fiorenzo Gerini, poi dell’attuale vescovo di Sanremo e Ventimiglia Tonino Suetta) che verrebbe affidato ad un laico.
http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2018/02/27/ACyeYGdB-riabilitato_chiesa_sposare.shtml
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