Un’ipotesi inquietante emerge dagli atti dell’inchiesta sugli abusi della setta di Aci Bonaccorsi.
CATANIA – Un magistrato oggi in pensione sarebbe stato a conoscenza, negli anni scorsi, degli abusi che si sarebbero consumati nella setta guidata “dall’arcangelo” Pietro Capuana sotto le spoglie dell’Associazione Cultura e Ambiente di Aci Bonaccorsi. E’ la rivelazione choc emersa nel corso delle udienze che si sono svolte davanti al Tribunale del Riesame di Catania che ieri ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei quattro indagati: Pietro Capuana, Fabiola Raciti, Rosaria Giuffrida e Katia Concetta Scarpignato. La Procura ha portato davanti ai giudici questo nuovo e agghiacciante elemento. Questo colpo di scena potrebbe aver influito sulla decisione dei giudici di confermare il carcere per Capuana e i domiciliari per le tre donne indagate.
Si aggiunge un altro tratto inquietante alla delicata inchiesta che ha portato alla luce un sistema di plagi e manipolazioni ai danni di vittime innocenti. Minorenni soggiogate e costrette a consumare rapporti sessuali con il leader della Comunità di Lavina che conta 5000 adepti. Attorno all’associazione si sarebbe creato una sorta di velo di silenzio e di copertura composto da uomini che hanno ricoperto ruoli pubblici, da religiosi e forse anche da un magistrato. Un particolare da brividi. Intanto, questo muro, grazie al coraggio di alcune delle vittime, è stato abbattuto.
Il magistrato in questione avrebbe gestito un luogo che ospitava i ritiri estivi della setta guidata da Capuana. Il magistrato sarebbe venuto a conoscenza degli abusi e non avrebbe denunciato. Secondo quanto abbiamo verificato, tra il magistrato e il gruppo “religioso” guidato da Capuana ci sono stati dei contatti, ma non risulterebbe che il togato fosse a conoscenza degli abusi.
http://catania.livesicilia.it/2017/08/25/inchiesta-12-apostoli-udienza-choc-un-magistrato-sapeva-degli-abusi_429609/