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Home Abruzzo - Molise

GIADA VITALE NON SI ARRENDE:”DEVONO RIAPRIRE LE INDAGINI”

Redazione Web by Redazione Web
18 Marzo 2017
in Abruzzo - Molise
Reading Time: 2 mins read
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di Emanuele Bracone Portocannone

Come annunciato,le telecamere di Pomeriggio Cinque hanno seguito l’udienza a carico di don Marino Genova,mercoledì scorso al Tribunale di Larino. Sia la stampa nazionale che quella locale hanno tentato di intervistare-con scarso successo- il sacerdote accusato di atti sessuali con minorenne.

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La vittima degli abusi contestati (ma non della violenza sessuale,un cavillo legale) Giada Vitale è costituita parte civile,e si trova a ricostruire in aula,attraverso le testimonianze,quanto subito da quando aveva alcuni mesi meno di 14 anni ai 17 anni abbondanti. Per la terza volta Giada è stata ospite in diretta del salotto di Barbara D’Urso che le ha dedicato un vasto inserito della trasmissione di giovedì scorso. All’inizio del reportage anche interviste fatte ai residenti di Portocannone e la comunità locale ancora una volta si è mostrata spaccata a riguardo.

“Non mi sembra giusto che don Marino debba uscire pulito pulito-riepiloga Giada Vitale a Primo Piano Molise-a differenza del camionista accusato di violenza sessuale su una 13enne a Larino, pover’uomo…. lui svolgeva anche un ruolo di educatore. Aveva un ruolo importante. Quindi anche l’aggravante. Perchè la Procura di Larino non ha tenuto conto di nulla? E’ questa la domanda che mi pongo. Anche la ragazzina andava con i suoi piedi dal camionista fatto sta che la Procura di Larino ha indagato il camionista per violenza sessuale su minore e non per atti con minore consenziente come hanno fatto con me. Perchè questo? Solo perchè lui è un camionista e nel mio caso si tratta di un prete? Lui è stato anche arrestato agli arresti domiciliari  e come era lei una bambina indifesa lo ero anche io. La legge non è uguale per tutti?”

Nel servizio è stata riportata la dichiarazione dell’insegnante e scrittrice Norma Malacrida, che ha avuto Giada alle elementari ed è stata teste della Procura al processo. Ma Giada rincara la dose. “Nell’aprile 2013,dopo aver consegnato la denuncia,la squadra mobile di Campobasso ancora non mi interrogava e il pubblico ministero Venturi aveva già stabilito che si trattava di atti sessuali con minore consenziente. Quindi, non avendo ancora le mie dichiarazioni,il Pm ha delegato la psicologa consulente della procura, di indagare non per violenza sessuale art.609 bis, ma per atti sessuali 609 quater. Dopo di che, avendo fatto passare tre anni per le indagini, e non avendo né controllato sms messaggi tra me e don Marino, non avendo ascoltato psicologi e psichiatri perchè io all’epoca ero in cura da diversi specialisti,tant’è vero che prendo ancora psicofarmaci, ha deciso durante le indagini di dividere il fascicolo e archiviare tre anni di abusi. Quindi don Marino Genova non ha mai subito un processo perchè il Pm ha deciso così già durante la fase delle “indagini”.

Ragioni che hanno indotto Giada e il suo legale Giuseppe D’Urbano  a chiedere la riapertura delle indagini, mentre Barbara D’Urso ha promesso che con Pomeriggio Cinque continuerà a seguire la vicenda processuale.

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