Lo ha assicurato l’arcivescovo Carlos Maria Franzini questo venerdì. È successo dopo avere letto un comunicato nel quale annuncia il ritiro delle licenze ministeriali ai preti imputati e la decisione di iniziare contro di loro un processo canonico.
L’arcivescovo di Mendoza, Carlos Maria Franzini, ha annunciato questo pomeriggio che, in seguito allo scandalo delle denunce per abusi sessuali nell’Istituto Provolo, ogni sacerdote che esercita nella provincia dovrà presentare all’Arcidiocesi locale una dichiarazione giurata con i suoi precedenti penali e civili, come anche un rapporto tossicologico per individuare qualunque caso di consumo problematico di droga. Questa informazione la dovranno presentare coloro che vengono trasferiti a Mendoza, come anche coloro che lavorano attualmente nella diocesi locale.
Il massimo sacerdote ha assicurato che la Chiesa si “è messa a disposizione della Giustizia, degli organi di Governo e delle famiglie delle vittime di abuso”. Ancora una volta, i membri della Chiesa mendozina giurano di non essere stati a conoscenza dei precedenti penali dei religiosi che fino ad alcuni giorni fa conducevano l’Istituto Provolo. “Non abbiamo ricevuto notifiche di precedenti penali dei sacerdoti imputati. Non abbiamo nemmeno ricevuto denunce o commenti sulle irregolarità che sarebbero successe nel suddetto Istituto; se fosse successo, avremmo agito immediatamente”.
Franzini, fino ad ora, non aveva parlato in pubblico dopo gli aberranti fatti (avvenuti) nell’istituzione che ospita i bambini sordi abusati dai due preti attualmente detenuti, Nicola Corradi (82) e Horacio Corbacho (55). Appena questo venerdì ha risposto ad alcune domande che gli ha fatto a stampa durante una conferenza offerta dall’Arcivescovado di Mendoza. È stato accompagnato dal portavoce della Chiesa, Marcelo De Benedictis, e preti rappresentanti di diverse. È stato incaricato un parroco (Diego Resentera) di leggere il comunicato ufficiale intitolato “Dolore, indignazione e Giustizia” e destinato a “tutto il popolo mendozino”.
Nel comunicato si parla del dolore per i fatti successi e si danno a conoscere le seguenti azioni contro i prelati: “Abbiamo tolto le licenze ministeriali ai sacerdote accusati; abbiamo disposto che si sospenda ogni tipo di attività pastorale nelle pertinenze dell’ Istituto Provolo; siamo stati informati che la Santa Sede, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede e la congregazione per la Vita Consacrata, ha preso conoscenza della situazione, iniziando il processo canonico corrispondente”.
“Allo stesso modo, in comunicazione telefonica, i superiori della congregazione dell’Istituto Provolo, che risiedono in Verona (Italia) hanno manifestato la decisione di iniziare il processo canonico che a loro corrisponde ed abbiamo costituito una “Commissione di accompagnamento pastorale” per affrontare questa dolorosa situazione. Detta commissione è interdisciplinare per affrontare gli aspetti pastorali, educativi, psicologici, giuridici e di comunicazione. Cerchiamo con questo favorire un approccio trasparente, integrale e trasversale che questa complessa causa richiede”, informa lo scritto elaborato dalla Chiesa locale.
Unidiversidad, in dialogo con Franzini, ha domandato se è stato compiuto ciò che stipula il Codice Canonico sull’obbligo di controllare ciascuno dei responsabili religiosi delle istituzioni di Mendoza. Franzini, senza approfondire i dettagli, ha menzionato il concetto di “vigilanza” che attua l’Arcidiocesi locale con i preti ma ha assicurato che si generano chiacchiere informali con i differenti preti di ogni congregazione. Nulla di formale. “L’Arcivescovato dava un voto di fiducia e di credito che, da ora in poi, dovremo usare con maggior prudenza”, concluse.
Tradotto per Rete L’ABUSO da Roberta Pietra
http://www.unidiversidad.com.ar/ahora-la-iglesia-pedira-declaracion-jurada-a-los-curas-locales
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