In Belgio in occasione del suo 46 viaggio apostolico il pontefice sta toccando temi globali e importanti per la Chiesa. Con il motto “Pour servir”, in questo suo 46mo viaggio apostolico, è obiettivo del Papa – affrontare nel Vecchio Continente – temi cruciali come pace, educazione, ambiente e accoglienza. Dal cuore dell’Europa il Santo Padre torna a parlare non solo di un ponte di pace necessaria e urgente “per cui servono onorevoli compromessi” – ha detto – nei conflitti in corso in Ucraina e Medio Oriente, ma rompe ogni indugio su una terribile piaga sociale che interessa il Belgio: la pedofilia all’interno della Chiesa.
Ne parla il Re Philippe accanto a lui la Regina Matilde. Rivolgendosi al papa riconosce “l’intransigenza” con la quale il pontefice ha denunciato “l’indicibile tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa”. “Dei bambini sono stati orribilmente feriti, segnati per la vita. Lo stesso dicasi per le vittime di adozione forzata. C’è voluto così tanto tempo perchè le loro grida venissero ascoltate e riconosciute. C’è voluto così tanto tempo per cercare la via, per “riparare” l’irreparabile”. Il Re riconosce gli sforzi fatti dalla Chiesa ma chiede che vengano “perseguiti con determinazione, senza sosta”.
La risposta del pontefice non si fa attendere: gli abusi sono “la vergogna che oggi tutti noi dobbiamo prendere in mano e chiedere perdono, risolvere il problema degli abusi contro i minori”. “La chiesa deve vergognarsi e chiedere perdono e cercare di risolvere questa situazione” perchè “queste cose non succedano più”, ha detto Bergoglio nel discorso alle autorità del Belgio paragonando i pedofili della Chiesa ad Erode.
La pedofilia del clero in Belgio, “Piaga che la Chiesa sta affrontando”
La Chiesa Cattolica vuole essere una presenza che “aiuta tutti ad affrontare le sfide e le prove, senza facili entusiasmi né cupi pessimismi”, con la certezza che l’essere umano “ha una vocazione eterna di pace e di bene e non è destinato alla dissoluzione e al nulla”. La Chiesa sa al tempo stesso di essere “fragile, santa e peccatrice” e “mancante nei suoi membri”. Lo ha sottolineato Papa Francesco. “In questa perenne coesistenza di santità e peccato”, “di luce e ombra vive la Chiesa, con esiti spesso di grande generosità e splendida dedizione, e a volte purtroppo con l’emergere di dolorose contro-testimonianze. Penso alle drammatiche vicende degli abusi sui minori – quale hanno riferito il primo ministro e il re -, una piaga che la Chiesa sta affrontando con decisione e fermezza, ascoltando e accompagnando le persone ferite e attuando in tutto il mondo un capillare programma di prevenzione”, ha aggiunto il Pontefice.
Per Papa Francesco una nuova giornata ricca di impegni
Oggi Francesco tornerà alla Nunziatura apostolica per poi, alle 16, recarsi alla Katholieke Universiteit Leuven dove terrà l’incontro con i docenti e pronuncerà alle 16.30 il secondo discorso della giornata.
Alle17.30 il Pontefice raggiungerà la Grote Markt, la piazza principale di Lovanio, per salutare i presenti e dove sono previste circa ventimila persone. Quindi il ritorno in Nunziatura per la cena.
Non è nell’agenda ufficiale del Papa ma oggi potrebbe anche esserci l’incontro con una quindicina di vittime di abusi, come riferito da fonti locali.
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Oltre alle guerre e alla pedofilia, incontrando le autorità politiche e religiose, gli imprenditori e i rappresentanti della società civile e della cultura nella Grande Galerie del Castello di Laeken di Bruxelles, Francesco ha parlato anche dell’inverno demografico che attanaglia il vecchio continente: “La storia, magistra vitae troppo spesso inascoltata, dal Belgio chiama l’Europa a riprendere il suo cammino, a ritrovare il suo vero volto, a investire nuovamente sul futuro aprendosi alla vita, alla speranza, per sconfiggere l’inverno demografico e l’inferno della guerra!”. “E sono due calamità, lo stiamo vedendo”, ha detto a braccio. “Fare figli, fare figli”, ha esortato sempre a braccio.
Ieri arrivando aveva detto “Sono venuto tra voi per servirvi”
”’Pour servir” (Per servire): con questo motto sono venuto tra voi”, le prime parole rivolte dal Papa alle autorità del Lussemburgo e -nel ricordare il motto del suo 46esimo viaggio apostolico che ” si riferisce direttamente ed eminentemente alla missione della Chiesa”.
”Il servire -ha spiegato – è anche per ognuno di voi il più alto titolo di nobiltà, il compito principale, lo stile da assumere ogni giorno. Il buon Dio vi conceda di farlo sempre con animo lieto e generoso”. Bergoglio si rivolge a braccio anche a chi non ha fede: ”Chi non ha fede lavori per la patria, per la società, per il bene comune che è la strada per tutti’.
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