“Ma quale missione ? Padre Zappella non ha mai avuto nessuna missione”. “Qui la chiesa ha solo dato in uso la struttura che è di fronte alla canonica, dall’altra parte della strada ma la gestisce il governo a sue spese, non la chiesa”.
Questo è quello che ci ha risposto circa tre mesi fa al telefono la giornalista uruguagia K. C. mentre cercavamo di capire di più sui viaggi in Uruguay di don Francesco Zappella. Certo una sorpresa non solo per noi, ma anche per coloro che quella missione l’hanno finanziata.
A raccontarcelo e a formalizzare il tutto davanti agli inquirenti è un altro testimone, questa volta un italiano che spesso si reca a Trenta y Tre, il quale non solo conferma che non è mai esistita una missione, ma racconta che quella struttura della chiesa data in uso al governo è il famoso collegio Quo Vadis, quello dove sarebbero stati adescati e molestati da don Francesco Zappella, padre Sebastian Silvera e padre Gabriel Tojo, ragazzini come Fernando, il giovane uruguagio che la Rete L’ABUSO ha fatto venire a Savona lo scorso agosto, per denunciare la sua brutta storia all’autorità giudiziaria.
Ma le sorprese sembrerebbero non finire qui perche anche il collegio Quo Vadis non esiste più, è stato chiuso in gran silenzio pochi mesi fa. I motivi dell’improvvisa chiusura della struttura nessuno li conosce, ma nell’aprile 2014 un’altra vicenda coinvolge padre Gabriel Tojo, uno dei due sacerdoti che gestiscono quella struttura, il quale, come racconta anche il quotidiano El Pais, il sacerdote viene aggredito a colpi di machete. La chiesa locale dichiarerà che l’aggressione è dovuta a un tentativo di rapina, ma la polizia sembra non credere a questa ipotesi. L’aggressore infatti, avrebbe dichiarato di aver assalito il sacerdote per motivi personali, dovuti a presunte molestie subite dalla figlia, ospite proprio di quel collegio. Poche settimane fa Tojo e Silvera hanno abbandonato in fretta e furia l’Uruguay per trasferirsi in Argentina, sfuggendo di fatto alla giustizia uruguagia.
Nel frattempo la magistratura uruguayana che ha incaricato le indagini alla prima sezione investigativa della polizia di Trenta y Tre, ha cominciato a convocare le presunte vittime. Sul piede di guerra anche i servizi sociali che gestivano il collegio Quo Vadis.
Francesco Zanardi
Portavoce Rete L’ABUSO
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