Genova – La Chiesa cattolica olandese, in una rara ammissione di colpa, ha confermato che il vescovo Johannes Gijsen, deceduto l’anno scorso, è stato responsabile di abusi sessuali su due ragazzi tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio dei ‘60.
Ad ammettere la colpa di Gijsen è stata unacommissione formata dalla diocesi di Roermond, che dopo le dovute indagini ha dovuto ammettere la fondatezza delle accuse. L’ammissione è arrivata ieri, nello stesso giorno in cui Papa Francesco ha chiesto perdono per le colpe dei preti pedofili.
“Mea Culpa”, una associazione olandese di supporto alle vittime di questo tipo di abusi, ha accolto positivamente la notizia, ma ha sottolineato che le accuse a Gijsen erano state fatte tempo fa, constatando che «le accuse nei confronti di membri del clero viventi spesso non vengono riscontrate».
Il vescovo Frans Wiertz, attualmente alla guida della diocesi, ha accettato i risultati della commissione esprimendo il proprio «rammarico per gli abusi e le sofferenze inflitti alle vittime». Wiertz ha personalmente incontrato i due uomini chiedendo loro perdono.
Gijsen, a capo della diocesi dal 1972 al 1993, è uno dei pochi alti membri del clero cattolico a venire riconosciuto colpevole di abusi sessuali. Secondo le accuse, il vescovo, all’epoca cappellano in un seminario, palpeggiò i due uomini, all’epoca minorenni, e costrinse uno dei due a un rapporto orale.
Nel 2011 Gijsen fu accusato pubblicamente di questo episodio, ma rispose di non saperne nulla. La commissione ha riaperto il caso dopo aver ricevuto una nuova denuncia, riguardante un altro episodio di cui il vescovo «non poteva non essere a conoscenza».
Gijsen è stato uno dei vescovi conservatori inviati dal Vaticano in Olanda negli anni ‘60, per contrastare l’onda riformista che pervadeva la chiesa locale all’epoca. Dopo la diocesi di Roermond, Gijsen ha guidato quella d’Islanda dal ‘96 al 2007. Un’altra commissione lì lo ha accusato di aver “coperto” un altro p rete accusato di abusi.
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