Le immagini scoperte sul suo computer a Mezzano di Travacò, la pena a 4 mesi convertita in una multa da 30mila euro
di Fabrizio Merli
TRAVACO’ SICCOMARIO. In seguito a una perquisizione, la polizia gli aveva trovato fotografie pedopornografiche nel computer. Così, don Giampiero Bracchi, 57 anni, ex parroco della frazione Mezzano di Travacò Siccomario, ieri ha patteggiato 4 mesi (convertiti in una multa da 30mila euro) e altri 1.200 euro di multa. Il patteggiamento si è svolto davanti al giudice Luigi Riganti e il pubblico ministero, Giovanni Benelli, ha prestato il consenso al rito. Il caso che ha visto coinvolto il sacerdote risale al 2012, anche se alcune voci avevano accompagnato il suo arrivo a Mezzano: il 30 aprile 2008, infatti, il religioso aveva patteggiato un’altra condanna, questa volta a due anni, per l’accusa di atti sessuali con minore, in relazione a un episodio che si verificò il 20 maggio 2007 a Corte Palasio (Lodi), dove don Bracchi era stato parroco dal luglio 2003 al settembre 2007.Tornando al 2012, nel corso dell’estate un cittadino riferì ai vigili urbani di Travacò di avere visto don Bracchi che, su una strada sterrata, faceva guidare la propria Fiat Gran Punto a un bambino di 10 anni. Questo portò a una segnalazione alla procura di Pavia, che aprì un fascicolo d’indagine. Il bambino faceva il chierichetto alla chiesa di Mezzano e aveva libero accesso a tutti i locali della sacrestia, tanto che gli altri bimbi lo definivano il “cocco” del parroco. Inizialmente si investigò per capire se il sacerdote potesse avere abusato sessualmente di soggetti minorenni. Gli accertamenti furono delegati alla questura di Pavia e furono estremamente capillari. Sulla Gran Punto del sacerdote vennero nascoste delle “cimici”, tramite le quali si ebbe la conferma che il religioso, parlando con i ragazzi, utilizzava un linguaggio a dir poco disinvolto. Oltre a ciò, gli uomini della questura piazzarono anche una telecamera nella stanza da letto del parroco e intercettarono le sue telefonate. L’indagine, alla fine, non portò alla luce elementi importanti, tanto che lo stesso pm chiese e ottenne l’archiviazione. Ma nel corso di tali attività, l’autorità giudiziaria dispose anche, il 22 ottobre 2012, il sequestro del computer “Hp Pavillon” di don Bracchi. Qui, furono trovate 6 immagini pedopornografiche, altre 5 furono rintracciate nei “temporary files” di internet (la traccia elettronica che rimane su un pc dopo la navigazione sulla rete) e 134 «immagini non visibili», quindi, probabilmente, cancellate. Per questo reato, dunque, il sacerdote, ieri mattina, ha patteggiato. Al momento del rinvìo a giudizio, il sacerdote lavorava alla casa di riposo di Mede. Il parroco di Travacò, don Pietro Gariboldi, riferì alla squadra mobile che la situazione “sospetta” di Mezzano fu segnalata più volte alle autorità religiose di Vigevano, curia dalla quale dipende Travacò. Nel dicembre 2010, don Pietro Gariboldi presentò rinuncia alla parrocchia, ma non ebbe risposte. Nel settembre 2011 incontrò l’allora vescovo, Vincenzo Di Mauro, che gli garantì di avere inviato un seminarista al Grest di Mezzano e di avere saputo che don Bracchi «si era comportato bene». Ancora, il 20 giugno 2012 don Pietro sollecitò l’intervento del vicario di Vigevano, sino a quando, poco dopo, parlò al cardinale Dionigi Tettamanzi, all’epoca amministratore apostolico della Curia. In seguito a ciò don Bracchi tenne un atteggiamento più rispettoso. Sino alla perquisizione.
http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2014/03/12/news/foto-pedoporno-sacerdote-patteggia-1.8836529
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