<p style="text-align: justify;">Giovedì, 12 Luglio 2012 10:54 Scritto da Frabrizio Di Vito</p> <p style="text-align: justify;">POTENZA - “Don Antonio Meliante telefonava a casa della signora diverse volte al giorno, spesso anche di notte”.</p> <p style="text-align: justify;">A parlare è il brigadiere che raccolse la denuncia di una signora di Pignola contro il parroco del Santuario della Madonna del Pantano di Pignola. Il carabiniere è stato ascoltato ieri mattina in aula, alla ripresa del processo a carico del sacerdote, accusato di violenza sessuale e molestie ai danni di una sua parrocchiana. I fatti incriminati risalgono al 2007, quando, secondo l’accusa, i due intrapresero una relazione sentimentale andata avanti per almeno un anno. Ad un certo punto, però, la donna, sposata con figli, avrebbe deciso di interrompere quella scottante relazione extraconiugale. Da quel momento per lei sarebbe cominciato un incubo: il giovane parroco, infatti, avrebbe cominciato a perseguitarla, minacciando la donna di raccontare tutto al marito se non avesse continuato a stare con lui. Don Antonio avrebbe tempestato, per almeno un anno, la donna di telefonate e messaggi. In una delle prime udienze del processo che si sta celebrando davanti al collegio del tribunale di Potenza, il pubblico ministero Sergio Marotta aveva chiesto ed ottenuto l’acquisizione dei tabulati telefonici relativi alle conversazioni tra il parroco e la giovane donna. Ed è proprio su quei tabulati che ieri mattina il brigadiere dei carabinieri ha risposto alle domande del pubblico ministero. Il periodo analizzato attraverso i tabulati va dall’aprile del 2008 al marzo del 2009. “Le telefonate partivano dal cellulare in uso al parroco verso il numero fisso dell’abitazione dove viveva la signora”, ha commentato il carabiniere in aula. Per undici mesi, quindi, il parroco avrebbe continuato a cercare la parrocchiana che viveva a poche decine di metri dal Santuario della Madonna del Pantano. Don Antonio avrebbe cercato la donna almeno tre- quattro volte al giorno, ma in alcuni casi il telefono della vittima squillava anche in piena notte. Agli atti del processo, nelle scorse udienze, era stata acquisita anche la revisione della querela. Ad un certo punto, infatti, la donna decise di ritirare la denuncia nei confronti del parroco. Ma a quel punto il processo a carico del sacerdote era inevitabile perchè in casi del genere, le indagini della procura proseguono d’ufficio.</p> http://www.nuovadelsud.it/primo-piano/primo-piano-news/cronaca/1006-processo-al-parroco-del-pantano-parla-il-brigadiere-che-raccolse-la-denuncia-della-donna.html