<p style="text-align: justify;"><b>IL CASO. Ieri ragazzino di 15 anni accompagnato dai genitori si è presentato dai carabinieri. Intanto, il vescovo Pizziol ribadisce la piena fiducia nella magistratura: «Altrimenti sarebbe la confusione sociale»</b></p> <p style="text-align: justify;"><b>Schio.</b> Una testimonianza che porta acqua al mulino dell'accusa. Mentre i carabinieri mantengono uno stretto riserbo sull'inchiesta che tanto rumore sta suscitando in città, perché vede indagato l'ex coparroco di Santa Croce Sergio Rappo, accusato di violenza sessuale da un ragazzo di 20 anni. Di certo da ieri mattina, quando agli inquirenti del capitano Ferrari e del luogotenente Asciolla si è presentato un 15enne di Schio accompagnato dai genitori, il quadro delle accuse contro il prete appare più compromesso. L'adolescente ha spiegato che la scorsa estate collaborò col sacerdote, il quale gli avrebbe chiesto uno strano massaggio che l'aveva inquietato. «La cosa non mi era piaciuta e avevo preferito non frequentarlo più», ha detto il minore che allo stato risulta essere un testimone. Anche se non è detto che la sua posizione possa cambiare. In una vicenda in cui tanti valori sono in gioco - dal rispetto per il sacerdote indagato, innocente fino a prova contraria; a quello per la presunta vittima che sta soffrendo per ciò che avrebbe subito, fino al diritto della collettività di essere correttamente informata sul comportamento di un religioso che per anni ha goduto di stima e che dal pulpito indicava la strada proba -, ieri è intervenuto il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol. Conversando con i cronisti, da un lato ha ribadito piena fiducia nell'operato dei magistrati («dobbiamo averla altrimenti sarebbe la confusione sociale»); dall'altro ha spiegato di avere allontanato a scopo cautelativo don Rappo, 59 anni, anche se ha precisato il provvedimento non è un'anticipazione di colpevolezza. «Abbiamo agito per opportunità, spetterà poi alla giustizia accertare che cos'è successo», ha aggiunto. Il vescovo ha manifestato serenità, perché la Curia ha agito con equilibrio in un difficile frangente, in stretto contatto con la procura, che la scorsa settimana ha interrogato il sacerdote. Egli ha negato i fatti più gravi, ammettendo situazioni che comunque per un religioso sarebbero discutibili. Per contro, la parte offesa ha parlato apertamente di avere subito un rapporto sessuale completo, al termine di un pressing del religioso che lo aveva “assunto” per lavorare presso la parrocchia di Santa Croce come addetto alle pulizie. Poi l'antivigilia di Natale sarebbe avvenuto l'incontro ravvicinato per il quale don Rappo è indagato. «I fatti di cui devo rispondere sono infondati», ha dichiarato il prete al pm Antonella Toniolo, ma il ventenne di Torrebelvicino che l'accusa insiste: «È tutto vero». Chi dice la verità?</p>