Repubblica — 06 aprile 2010 pagina 9 sezione: GENOVA
«SONO vittima di un sacerdote pedofilo che da più d a i trent’anni miete vittime nel savonese. La chiesa, dovrebbe essere attorno alle vittime, non al Santo Padre».
Sono le parole accorate contenute in una lettera di Francesco Zanardi, attivista gay savonese, al cardinale Angelo Sodano, che nella messa di Pasqua ha rivolto un messaggio di vicinanza della chiesa a papa Benedetto XVI sotto attacco per gli scandali dei preti pedofili.
Zanardi era finito sui giornali nei mesi scorsi per la lunga battaglia, con tanto di sciopero della fame, per il matrimonio gay con il compagno Manuel, ora rivela che anche lui avrebbe subito violenze sessuali all’età di tredici anni. «Proprio in questi mesi pare che la giustizia stia facendo il suo orso nei confronti di questo sacerdote», scrive Zanardi nella lettera al cardinale Sodano, e rivela anche che il caso risale al 1983 ma era finito in prescrizione per la denuncia tardiva dello stesso Zanardi, ma ora è stato recentemente riaperto.
«Sono stato sentito dal magistrato nelle ultime ore – dice, e aggiunge – dal giudice ho accompagnato altre due vittime di quel parroco. Frequentavamo la stessa parrocchia, una chiesa nel savonese. Io avevo 13 ani, loro qualche anno meno. Tutti avevamo alle spalle famiglie sfasciate: chi non aveva il padre, chi la madre alcolizzata. Io non avevo né uno né l’altra. Facevamo i chierichetti in quella chiesa e lui ci portava a fare campeggio nei boschi, oppure ci ospitava in casa della madre anziana. Ci chiedeva di dormire con lui. Credevamo fosse il prezzo che dovevamo pagare per l’affetto che ci mostrava».
Zanardi ammette anche che è molto difficile trovare il coraggio di denunciare i propri carnefici, «ma io come vittima – scrive nella lettera a Sodano – penso che questo atto di coraggio sia doveroso verso gli altri e verso le nostre coscienze» e invita tutti a «trovare la forza di denunciare alla magistratura queste atrocità per non permettere che queste persone facciano ad altri il male che hanno fatto a noi». Per questo motivo l’attivista gay di Savona giudica «uno spergiuro» la presa di posizione del cardinale nel giorno della Pasqua con «dichiarazioni che offendono e tendono ad infangare mediaticamente non i colpevoli ma le vittime come me», perché «chi crede in Dio chiede semplicemente la verità da Lei definita chiacchiericcio». – NADIA CAMPINI
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/06/pedofilia-savona-unaltra-denuncia.html
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