IL CASO. Alla trasmissione “Mi manda Rai 3” si sono presentati tre ex allievi vittime di pedofilia. Tra i 60 abusati anche tre vicentini
La Curia veronese ha voluto essere presente con il direttore dell’ufficio stampa, mons. Fasani
Gli ex allievi dell’istituto “Provolo” ieri sera a “Mi manda Rai 3”
Si sono presentati in tre: per la prima volta si sono mostrati in pubblico, per denunciare quello che avevano subìto. Erano tre dei circa 60 ex allievi dell’istituto “Provolo” per sordomuti di Verona, vittime di abusi sessuali da parte di religiosi dell’istituto veronese, nei decenni scorsi. Si sono presentati in televisione, negli studi di Rai 3, alla trasmissione “Mi manda Rai 3” condotta da Andrea Vianello.
Di questa sessantina di ex allievi vittime di religiosi (e non solo) pedofili, tre sono vicentini, come era emerso nel corso delle indagini. I tre apparsi nella trasmissione televisiva ieri sera erano comunque tutti veronesi: Gianni Bisoli, Dario Laiti, Alessandro Vantini. Con le loro denunce hanno dato un nome e un volto a chi ha commesso gli abusi; e anche a chi li ha subìti.
La redazione della trasmissione ha mandato in onda le testimonianze, dando voce a questi ormai adulti sordomuti abusati. Testimonianze che, come ha sottolineato anche il conduttore, andranno attentamente verificate. Testimonianze, comunque, agghiaccianti; con i nomi di una decina di sacerdoti e religiosi autori delle violenze ai bambini sordomuti dell’istituto.
A “Mi manda Rai 3” era presente anche Paolo Tessadri, giornalista dell’Espresso, che per primo pubblicò la storia dei sordomuti dell’istituto “Provolo”. Con lui, anche Marco Lodi Rizzini, portavoce dell’Associazione ex allievi dell’istituto veronese, a dare man forte al presidente Giorgio Dalla Bernardina.
La Curia veronese non si è sottratta al dibattito. Era infatti presente il direttore dell’ufficio stampa della diocesi, mons. Bruno Fasani, che ha espresso partecipazione e profondo dolore nei confronti di chi aveva subìto abusi.
Mons. Fasani ha comunque voluto precisare che la Chiesa di Verona non ha mai cercato di nascondere i fatti; e che, se finora aveva tenuto un atteggiamento prudente, era perchè mancavano denunce precise, con i nomi sia dei presunti abusatori sia degli abusati. È volontà della Chiesa stessa fare chiarezza fino in fondo, per arrivare alla verità, ha concluso il sacerdote veronese.
Il dibattito, per quanto l’argomento fosse scabroso e per quanto la contrapposizione fosse evidente, ha seguito un andamento pacato, proprio in considerazione della sofferenza delle vittime. Da entrambe le parti sono state puntualizzate alcune precisazioni.
A conclusione, un giovane pure lui vittima di abusi (ma non all’istituto veronese) ha chiesto la modifica della legge, in modo che gli abusi di pedofilia non possano cadere in prescrizione. E un giurista ha sottolineato che, se in sede penale il reato di pedofilia è soggetto a prescrizione, in sede civile c’è la possibilità di intervenire, in quanto il manifestarsi del danno può avvenire molto tempo dopo aver subìto il danno.
Marco Sessa
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Cronaca/139017__in_tv_gli_abusi_allistituto_provolo/
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