<p style="text-align: justify;">BOLZANO - Prosciolto per prescrizione: si e' conclusa cosi' in Cassazione la vicenda di don Giorgio Carli, il sacerdote bolzanino condannato in appello a sette anni e mezzo di reclusione con l'accusa di avere abusato di una sua parrocchiana minorenne.</p> <p style="text-align: justify;">E' stato il procuratore stesso a chiedere la prescrizione e i legali del sacerdote - rappresentato in aula dall'avvocato di Bolzano Alberto Valenti e dal noto penalista Franco Coppi - hanno detto in aula che il loro assistito non rinuncia alla prescrizione. Don Carli, 44 anni, che si e' sempre professato innocente, era stato condannato in appello per abusi nei confronti della parrocchiana, minorenne all'epoca dei fatti.</p> <p style="text-align: justify;">Il 14 luglio 2003 il religioso fu arrestato con l'accusa di violenza sessuale continuata ai danni della giovane donna, all'epoca dei fatti una bambina, che il sacerdote avrebbe violentato per cinque anni, dai nove ai quattordici, nella canonica della quale era cappellano. Ad una assoluzione in primo grado era seguita una clamorosa condanna in Corte d'appello, dove il prete era stato condannato a sette anni e mezzo di reclusione. Al centro della vicenda una giovane che, dopo una serie di sedute psicanalitiche, disse di avere fatto riaffiorare nella sua memoria le violenze subite in canonica quand'era ancora bambina.</p> <p style="text-align: justify;">Nel corso dei processi si è assistito a un vero duello tra le tesi contrapposte della difesa e dell'accusa. I legali del prete hanno sempre messo in dubbio che ricordi di questo genere possano riaffiorare durante un percorso terapeutico, finendo tra i punti determinanti di un capo d'accusa penale. Nella motivazione della sentenza di condanna i giudici avevano sostenuto che "la teoria suggestiva del 'falso ricordo' é incompatibile con la mole dei dettagli e la perfetta coerenza della deposizione". In sostanza - questa fu la posizione della corte d'appello - quanto detto dalla giovane donna ed emerso dopo le sedute psicanalitiche, corrisponderebbe al vero perché suffragato da una serie di circostanze probatorie che in primo grado, invece, non erano state considerate attendibili.</p> <p style="text-align: justify;">http://www.ansa.it/opencms/export/site/not..._908322133.html</p>